I Suoni a pedali sulle Dolomiti di Brenta
Concerto finale dei ciclo-musicisti dopo 150 chilometri in bicicletta. E scatta l'applauso pure per la veterana del gruppo: 66 anni
Succede che una signora di 66 anni pedala su strade, stradine e sentieri attorno alle Dolomiti di Brenta per oltre 150 chilometri. Spinge sui pedali in salita, cade in discesa (e si rialza!), dorme in rifugio con un gruppo di una trentina di persone e riparte al mattino. Pranza al sacco, ascolta racconti e improvvisazioni musicali durante il percorso e infine arriva sui prati di malga Movlina, dove ci sono già centinaia di persone in attesa del concerto dei Suoni delle Dolomiti. Ma lei - dopo tanta fatica - si siede in prima fila. Ed è allora che uno dei musicisti - uno che per tre giorni ha pedalato spalla a spalla con lei - la vede. Allora Daniele di Bonaventura - il musicista, che ha ancora indosso la sua maglietta tricolore da ciclista d’altri tempi - prende il microfono e dice: «Ciao Carla». Poi le chiede di alzarsi in piedi e invita il pubblico: «Forza, fatele un bell’applauso».
Succede a “Arte e Pedali”, il nuovo evento dei Suoni delle Dolomiti, dove il ciclismo incontra la musica, e l’arte incontra la natura. Partenza giovedì da Molveno per un giro circolare attorno al Brenta (lo chiamano Dolomiti Brenta Bike) che si è concluso ieri sera. A pedalare, naturalmente, c’erano i musicisti: Carlo La Manna e Corrado Bungaro (che si sono fatti venire l’idea della pedalata artistica) e poi Elias Nardi e Daniele di Bonaventura, Li hanno chiamati ciclo-musicisti. E per ribadire il concetto ieri La Manna ha suonato tutto il concerto indossando il caschetto da ciclista.
E poi c’era il gruppo: Franz, l’ingegnere tedesco appassionato di mountain bike che con la sua indole bavarese ha insegnato cos’è il buon umore agli italiani; c’era la coppia di italiani (due friulani trasferiti a Bruxelles per motivi di lavoro) che ha festeggiato i dieci anni di matrimonio con il tour ciclo-musicale e c’erano le due giovani amiche di Mezzocorona che hanno voluto sperimentare il tandem suoni-bicicletta. C'era la campionessa del ciclismo amatoriale, la vicentina Franca Pellanda, che per tre giorni ha voluto pedare a velocità ridotta assieme ai ciclo-musicisti per poi assistere al concerto. E c'era pure il biker di Ferrara che la mattina si presentava a colazione con la maglia dell'Argentina per prendere in giro i ciclisti tedeschi.
Dal più giovane (una guida diciottenne della valle Rendena) alla veterana del gruppo (Carla Bernard, 66 anni, originaria di Canazei) al ciclo tour musicale c'erano partecipanti di tutte le età con alcune biciclette elettriche a livellare le prestazioni dei partecipanti lungo gli oltre 150 chilometri del Dolomiti Brenta Bike. E in caso di crisi, ecco il bici-bus o la cabinovia per salire sul passo del Grosté, che con i suoi oltre 2.400 metri di quota è stato la “Cima Coppi” di Arte e Pedali.
Dice il giornalista tedesco Traian Grigori (uno dei pionieri di questo itinerario) che questo è un percorso che ha molto successo tra i biker germanici (e infatti se ne incontrano molti lungo il percorso) ma all'appello dei Suoni delle Dolomiti hanno risposto per lo più appassionati italiani, con tante donne che non hanno avuto paura della fatica e della spartanità di un paio di notti in rifugio. Il gruppo ha dormito al rifugio Peller (dopo la prima tappa) e poi al rifugio Graffer (per la seconda notte).
Il miracolo delle biciclette elettriche è stato mettere assieme persone con potenzialità fisiche così diverse, ma il gruppo si è subito diviso in due: “gli elettrici” e “i polpacci”. Ma questi ultimi - vincendo l’integralismo ciclistico che vorrebbe dire no grazie al motore, sebbene ecologico - hanno scoperto una certa invidia degli elettrici (gruppo che comprendeva anche chi scrive), soprattutto sulle rampe più dure verso la fine della giornata ciclistica. Alla fine tutti “compagni” - come dicono accada nei trekking di gruppo dolomitici - ma forse di più, perché la bici, con la sua andatura di gruppo, lega più degli scarponi. Soprattutto se di tanto in tanto i musicisti tirano fuori gli strumenti e improvvisano la colonna sonora del viaggio. Oppure se un musicista, scrittore, narratore (sempre La Manna) si mette a raccontare le sue storie.
Il percorso in realtà era quello già collaudato della Dolomiti Brenta Bike, su cui si cimentano soprattutto ciclisti tedeschi in entrambe le direzioni. La sfida delle biciclette elettriche (vinta) è stata possibile grazie all’intervento di una squadra pronta per il cambio batterie a metà giornata. Un servizio fornito dalla società (Movelo) che garantisce il noleggio delle e-bike nelle valli del Noce e in Valsugana.
Come premio per la fatica (oltre 5 mila metri di dislivello distribuiti nei trei giorni di viaggio) oltre alla musica c’era naturalmente il servizio di trasporto bagagli (organizzato con un furgone e con mezzi fuoristrada) e la cena pronta in rifugio. I partecipanti al viaggio ciclo-musicale dei Suoni delle Dolomiti hanno pagato poco meno di 300 euro. Ma chi si fosse incuriosito può ripetere l’esperienza in ogni momento (senza musica, ma con il trasporto dei bagagli) grazie alle guide del Dolomiti Brenta Bike.