I sindaci aprono le porte alla fusione dei Comuni

Idea di Dalledonne (Borgo) condivisa. Iseppi (Novaledo): «Prima uniamo i servizi» Montibeller (Roncegno): «Processo inevitabile: o le decidiamo noi o le subiremo»


di Marika Caumo


VALSUGANA. Fusione tra Comuni? Con Borgo? Sì, no, forse. Ma a piccoli passi, passando comunque attraverso l'unione dei servizi.

La settimana scorsa il sindaco del capoluogo valsuganotto, Fabio Dalledonne, si era detto favorevole alle fusioni tra Comuni, immaginando quattro grossi ambiti per la valle, di cui uno formato da Ronchi, Roncegno, Novaledo, Borgo e Castelnuovo. Abbiamo sentito i colleghi chiamati in causa, per sentire la loro opinione.

Si alle fusioni per Roncegno. «Il processo verso le fusioni è inevitabile: o le pensiamo noi o le subiremo- apre il sindaco Mirko Montibeller -. Ne abbiamo parlato, anche in consiglio. Vedo bene un ragionamento con Ronchi in primis e anche con Novaledo, per la vicinanza e l'omogeneità che ci legano. Finora si è ragionato su un ambito più piccolo, l'unione tra tanti Comuni è difficile e non bisogna andare troppo veloci. Certo nulla vieta di pensare ad allargare il tiro e sono disposto a parlare di questo col sindaco di Borgo», spiega.

Più cauto Attilio Iseppi, primo cittadino di Novaledo e coordinatore dei sindaci. «Non ho mai affrontato questo discorso, ma penso che lunedì in conferenza dei sindaci occorrerà parlarne, visti gli sviluppi degli ultimi mesi. Da parte mia posso dire che il primo passo è l'unione dei servizi. Occorre razionalizzare e la via più semplice sono le gestioni associate, ma già ora vediamo come non sia facile. Per questo parlare di fusioni mi sembra prematuro, partiamo con un passo alla volta: prima unioni dei servizi, poi fusioni», precisa. E, su eventuali scenari di fusione, aggiunge: «Rispetterei gli ambiti naturali, nel nostro caso Novaledo, Roncegno e Ronchi. Borgo dal punto di vista numerico è già a posto. Penso che le fusioni siano necessarie in altre zone, dove ci sono Comuni da 200-300 abitanti».

Unione di servizi anche per Giancarlo Colla, sindaco di Ronchi. «Già quattro anni fa avevo chiamato numerosi sindaci per portare avanti questa soluzione. Con le gestioni associate i Comuni mantengono la loro identità e si risparmia unendo il personale, specializzandolo su un determinato servizio e mettendolo a disposizione di tutti», spiega. Colla vedrebbe tre grossi ambiti per l'unione dei servizi: il Tesino, la sinistra Maso e la destra Maso, quest'ultima dunque comprendente tutti i 10 Comuni da Castelnuovo a Novaledo e su fino a Torcegno, incluso Borgo. «Se invece la giunta provinciale deciderà di incentivare le fusioni, allora vedrei ambiti più piccoli e metterei insieme i comuni del Lagorai: Novaledo, Roncegno, Ronchi, Torcegno, Telve di Sopra e Telve. Borgo no, è troppo grande», conclude.

«Fusioni? Ne stiamo parlando, in giunta e consiglio. Ma bisogna muoversi gradualmente, quindi prima vorremmo le gestioni associate, per capire come potrebbe funzionare. Poi le fusioni, un passo alla volta, non siamo ancora psicologicamente pronti. Certo siamo consci che non si potrà rimanere come siamo ora», interviene Lionella Denicolò, sindaco di Castelnuovo. E su eventuali ambiti, risponde: «Nessuna preclusione a Borgo o ad altri Comuni, certo si deve ragionare con quelli vicini a noi, con cui condividiamo già altre cose, con cui c'è maggiore affinità. Dove ci troviamo meglio», conclude.

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