I senza dimora: ridateci la nostra piazza

Cantiere infinito all’ombra del Dante. Giovedì serata con i Volontarinstrada: musica, calcio e provocatorie toilette di carta


di Luca Marognoli


TRENTO. Se la tua casa è una piazza e gli operai ne occupano la metà con un cantiere è come se ti ritrovassi senza soggiorno o stanza da bagno. Si sta stretti e si finisce per litigare. Soprattutto quando la “famiglia” è numerosa (150 persone bastano?) e i lavori durano da un anno e mezzo.

Lo sanno bene i “senza dimora” di piazza Dante, costretti a “soggiornare” nella loro abitazione con il soffitto fatto di stelle (ma quando piove, fa un freddo polare o un caldo africano c’è poco spazio per il romanticismo sui “clochard”) in condizioni ancora più precarie del solito. Il divano (leggasi panchina) è sempre occupato e il gabinetto (leggasi le frasche) intasato. I lavori, iniziati nei primi mesi del 2013 e che avrebbero dovuto concludersi in febbraio, sono ancora in pieno svolgimento. Se non pioverà troppo, il taglio del nastro arriverà in ottobre, assicurano a Palazzo Thun.

Intanto però i “residenti” hanno raggiunto il limite della sopportazione. Un malessere forte, che l’associazione Volontarinstrada - impegnata due sere a settimana nel portare panini, tè ma anche vicinanza e solidarietà ai senza dimora - ha raccolto e al quale intende dare voce. Non dovrebbe essere difficile, visto che il Palazzo (della Regione) è a un passo, ma perché il messaggio giunga a destinazione ci vuole qualcuno disposto a tendere le orecchie. L’iniziativa, in programma per giovedì dalle 17, sarà una specie di replica - in versione estiva - della “Notte dei senza dimora” invernale. Chi vorrà potrà pernottare in tenda nei giardini. Gli altri potranno semplicemente bussare alla porta della “casa dei senza casa”. Per rendersi conto di come vivono, ma anche per bere con loro un aperitivo e ascoltare un po’ di musica live (si esibirà il gruppo “Povero Diavolo” - nome piuttosto adatto alla circostanza - ed è annunciato anche uno special guest).

«La nostra non è una iniziativa polemica per attaccare il Comune», spiega Claudio Bertolli, presidente dei Volontarinstrada. «Quello che ci preme è che la piazza possa tornare quella di una volta, con il suo parco e il suo laghetto...».

Oggi gli spazi risicati hanno creato un affollamento che aumenta i disagi e la tensione: «Le persone sono ammassate una sopra l'altra. Vogliamo richiamare l'attenzione su una situazione in cui, anche con il caldo e l'assenza di servizi igienici, si creano una serie di problemi di convivenza e di tipo igienico. Non tutti vanno a fare i propri bisogni al bar. Sarebbe bello capire se hanno in previsione di collocare dei bagni pubblici, anche se temporanei». Bertolli parla di centocinquanta persone, disseminate tra panchine, aiuole e parchi giochi. Che saranno le prime ad animare l’evento: «Tanti di loro sono parte attiva nell'organizzazione, assieme a una decina di volontari», annuncia il presidente.

L’associazione ha chiesto e ottenuto regolare permesso di occupazione del suolo pubblico. «Un po' di “casino” lo faremo, per attirare l'attenzione. Metteremo striscioni, tende e cartelloni. Ci saranno anche le porte per giocare a street-football e installazioni con finti Toi-Toi di cartone. Cercheremo di creare l'ambiente di casa e di far passare il messaggio - finora non sollevato con abbastanza efficacia - che prima finiscono i lavori meglio è, per la città intera. Questa è una bella piazza: ci auguriamo che possa diventare luogo di inclusione per tutti».

Dante dall’alto guarda e annuisce. Il volantino per promuovere l’evento lo vede intervenire in prima persona: «Nel mezzo di una Trento un po’ assopita - dice il Sommo Poeta - mi trovai per una piazza chiusa, che la socialità era sparita...».













Scuola & Ricerca

In primo piano