I rifiuti del rifugio? Li fa sparire il maiale

La soluzione di Graziano Spinel, gestore della struttura a Forcella Pordoi: «Lo lasciamo in libertà, si è adattato benissimo. Proprio come una volta»


di Gilberto Bonani


VALLE DI FASSA. C'è un ospite fisso al rifugio Forcella Pordoi: un maiale cicciottello che grugnisce senza problemi tra i tavoli e si concede prolungati sonnellini al sole. Non è un richiamo per i turisti ma un sistema ecologico per smaltire gli scarti di cucina. Invece di doverli portare ogni giorno a valle (con costi e fatica) l'intelligente gestore li trasforma, come si faceva un tempo, in pasto per il vorace animale. Molta la curiosità degli escursionisti che arrivano lassù, alla forcella Pordoi, dopo una salita sul ripido canalone o più comodamente trasportati dalla funivia che raggiunge la straordinaria terrazza sulle Dolomiti in una manciata di minuti. Non capita spesso di trovare un maiale che passeggia tranquillamente tra i tavoli disposti all'esterno come fosse un cane da guardia.

«Il problema di tutti i rifugisti – spiega Graziano Spinel, storico gestore del rifugio Forcella Pordoi – è quello di portare i rifornimenti a monte e i rifiuti a valle. Alla prima necessità non ci sono rimedi. I viveri devono obbligatoriamente arrivare tramite la teleferica ma per i rifiuti di cucina, la frazione più problematica perché deperibile, ho trovato un rimedio: sono la base per l’alimentazione del maiale che ho portato in quota all'inizio dell'attività estiva». Quando Graziano Spinel è arrivato a fine giugno ai 2846 metri di quota la neve era ancora copiosa obbligandolo a mettere mano alla pala per entrare in rifugio. La coltre era così alta che ha dovuto scavare un tunnel per arrivare all'ingresso della costruzione. Dopo aver fatto manutenzione e avviato le cucine ha portato in quota un bel maialino che si è subito adattato alle condizioni, non certo facili, di quella località.

«In passato avevo provato con i tacchini, animali voraci ma che soffrono i repentini sbalzi di temperatura» aggiunge Graziano Spinel. «Il maiale invece è un animale robusto. Sarà il grasso che lo avvolge, ma non teme né i temporali, né le bufere di neve. Qui si trova a suo agio e non c’è alcun bisogno di limitare la sua libertà. Solo alla sera trova un posto riparato nella baracca degli attrezzi, vicino al rifugio».

Non bisogna essere intenditori di animali domestici per capire che il maiale gode ottima salute: è cresciuto in lunghezza e peso a vista d’occhio. «Non ho inventato nulla di nuovo – conclude il rifugista – un tempo in ogni casa fassana c'erano uno o due maiali». Ora la stagione volge al termine e quando il rifugio chiuderà (a fine mese), tornerà a valle pure il maiale.

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