I lavoratori si tagliano orario e salario

Scelta “forte” dei dipendenti della Smith di Scurelle. Olivi: «All’azienda texana chiederemo un atto di responsabilità»


di Paolo Silvestri


TRENTO. In tanti, una cinquantina abbondante, dei 79 dipendenti della Smith di Scurelle, sono saliti ieri mattina a Trento per una viaggio della speranza. Per far sentire con grande compostezza la voce del proprio disagio, della propria preoccupazione per la perdita del lavoro e incontrare l'assessore provinciale all'industria Alessandro Olivi. Un incontro dal quale forse è sortito qualcosa più di una semplice pacca sulle spalle e di un «siamo vicini a voi». No, Olivi, s'è impegnato. «Chiamerò i vertici dell'azienda per incontrarli prima del 9 aprile». Del giorno cioè fissato per il faccia a faccia nella sede degli industriali a Trento tra Smith e sindacati. «Chiederò loro - spiega ai lavoratori Olivi - di rispondere con pari responsabilità alla proposta responsabile dei dipendenti della loro azienda. Alla loro proposta di solidarietà spontanea, senza incentivi, di effettuare il part-time esteso a tutti i lavoratori e riducendo così al minimo gli esuberi».

Già gli esuberi. Per la Smith sarebbero addirittura 30. Tanti su 79 lavoratori. Dopo la trattativa delle ultime ore sono scesi a 21, ma con i 9 rimanenti destinati a part-time a 6 ore. «Anche così non va bene», dicono compatti lavoratori e sindacati. Dopo tre anni di contratto di solidarietà non ci sono altre soluzioni possibili e l’unica praticabile da parte delle maestranze dell'azienda è quella di ridursi orario e stipendio per, come dice Roberto Grasselli della Fiom Cgil, presente all’incontro assieme a Luciano Remorini (Fim Cisl) e Luciano Atanasio (Uilm Uil), «lavorare meno ma lavorare tutti». Ma all'azienda che produce componenti tecnologici per le trivelle petrolifere, la cui “testa” è in Texas, un altro mondo, non solo un altro continente, di contratti di solidarietà e part-time non interessa proprio nulla: ad esubero, nel loro pensare ed agire, segue sempre e soltanto il licenziamento. «Il dramma è questo - aggiunge Grasselli - la proprietà non accetta la proposta dei lavoratori di ridurre a tutti l'orario di lavoro da 8 a 6 ore tagliando quindi il salario del 25% per cento. E questo nonostante gli stessi lavoratori siano tutti in grado, sia quelli impegnati nella produzione, sia quelli che operano nell'area servizi, in grado di coprire ogni mansione anche con la riduzione di orario». «Si profila la grande occasione di applicare al lavoro una flessibilità decisamente innovativa e che in qualche modo può aprire scenari del tutto nuovi nelle relazioni industriali - spiega l'assessore Olivi -. Una opportunità che l'azienda americana deve assolutamente sfruttare. Chiederemo loro che non vengano effettuate mere operazioni aritmetiche, ma venga invece preso atto di questo patto di solidarietà con i lavoratori che si fanno carico loro stessi degli oneri della solidarietà, e che quindi, con un atto di responsabilità, venga prolungata di un anno la situazione attuale così che almeno, in caso di necessità, nel 2014 si possa ricorrere agli ammortizzatori sociali, cosa che adesso non è possibile». «Speriamo almeno questo - conferma Grasselli -. Un anno sarebbe sufficiente per ricorrere, se la situazione lo richiedesse, alla cassa integrazione». «Nel frattempo si potrà lavorare per migliorare la situazione», ha concluso Olivi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano