I ghiacciai sono sempre più malati

Gino Taufer, del parco Paneveggio-Pale di S. Martino: «Il Travignolo arretrato di 10-14 metri, la Fradusta di 1 metro solo in estate»



 PRIMIERO. Il Parco di Paneveggio Pale di San Martino ha eseguito, insieme al Comitato glaciologico della Sat, i monitoraggi dei due ghiacciai ricadenti nel territorio del Parco, Fradusta e Travignolo. Parlare di una loro sofferenza per il surriscaldamento globale in un momento come questo interessato dal "freddo glaciale", sembrerebbe un controsenso; invece, purtroppo, i ghiacciai continuano a ridursi di volume proprio per il troppo caldo. A spiegare il tutto è Gino Taufer, responsabile dell'Ufficio tecnico del Parco: «I segnali che la "febbre" sulle Alpi sta continuando a salire, sono chiari e i ghiacciai sono buoni "termometri" di questa tendenza; si tratta, per dirla con una visione antropologica, di "assistere un malato in fase terminale", leggendo i segnali di sofferenza della nostra Terra, messa a dura prova da cambiamenti così repentini. La velocità con cui stanno avvenendo i fenomeni di riscaldamento globale - dice Gino Taufer - è il vero fattore preoccupante e l'uomo non può che cercare di limitare i danni, consapevole della parte attiva avuta in tutto questo».  I risultati del monitoraggio sono chiari: "Sul ghiacciaio del Travignolo - spiega Gino Taufer - sono state compiute delle misure frontali da dei punti fissi, per verificare la posizione del fronte principale. Si è registrato un arretramento del fronte tra i 10 e i 14 m rispetto all'anno precedente, quindi un vero "salto all'indietro". Si sono poi visti tutti i segnali di "sofferenza" del ghiacciaio, con l'emersione di ghiaccio sepolto dal detrito, anche a quota notevolmente inferiore alla fronte visibile. Anche la neve vecchia si è "ritirata", soprattutto nei mesi di settembre e ottobre, ad una quota molto alta (circa 2713 m di quota), lasciando la superficie di ghiaccio esposta alle erosioni». Per quanto riguarda la Fradusta, «risulta sbalorditiva la velocità con cui si è assottigliato lo spessore durante l'estate 2011 - dice Gino Taufer - spessore misurato in un metro di media nella parte di ghiacciaio attivo (la parte alta) e di 2,67 m di media nella parte bassa (ghiaccio morto). Nel complesso tra neve vecchia e ghiaccio, la fusione è stata enorme, sia in termini assoluti riferiti al 2011, sia in termini di confronto con gli anni precedenti. Le cause sono certamente imputabili alle temperature estive molto alte, ma anche alle intense piogge che hanno contribuito a dilavare neve e ghiaccio». (r.b.)













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