I dossi rallentatori fanno sobbalzare

Nessun criterio omogeneo: sotto accusa i dissuasori di velocità con forti pendenze. E il Comune dovrà correre ai ripari


di Nicola Filippi


ROVERETO. Per moderare la velocità dei mezzi a due e quattro ruote, sulle strade residenziali della città - con limite di velocità dai 30 ai 50 chilometri orari - stanno crescendo rallentatori di ogni sorta. Ma si presentano con forme e dimensioni variabili, senza avere caratteristiche omogenee. Con il risultato che motociclisti e automobilisti devono affrontarli con “occhio” e reattività differenti. Il nuovo dissuasore di via Halbherr, all'incrocio con via Udine, “inaugurato” da pochi giorni, è già diventato fonte di accese polemiche. E in Comune stanno già pensando di modificarlo. Ieri, ricevute le prime segnalazioni in redazione, siamo andati sul posto per capire quale fosse il problema. Ma soprattutto per valutare la sua gravità. In una decina di minuti d'attesa, le lamentele dei nostri lettori si sono concretizzate. In tutta la loro pericolosità. Il nuovo dosso artificiale è “mimetico” e non è segnalato in tutta la sua lunghezza da bande colorate o luminose orizzontali. La pericolosità - ci segnalano - aumenta soprattutto durante le ore notturne. Allora abbiamo deciso di fare un giro, nelle vie della citta.

Via Halbherr, arriva un mezzo di soccorso. Si annuncia con la sirena, c’è traffico e deve mordere il tempo. Quando l'autista si accorge del dissuasore, frena, scala marcia, affronta il dosso, poi accelera. In Formula Uno una decelerazione simile sarebbe esiziale per la vittoria. Lo stesso discorso si può e si deve applicare anche per un intervento di emergenza: sia sanitaria, ma anche per i vigili del fuoco e forze dell'ordine. E’ vero, stiamo parlando di pochi secondi, ma se il guidatore non si accorge in tempo del dosso rischia di far sobbalzare l’equipaggio e l’eventuale paziente.

Chi soffre maggiormente l'altezza del dosso artificiale è il motoclicista/scooterista. Un attimo di distrazione e rischia di “volare” sull'asfalto. L’altezza del dosso, infatti, è piuttosto marcata. Ma è soprattutto la mancanza di adeguata segnaletica verticale e orizzontale a generare insicurezza e preoccupazione negli utenti della strada.

Di “rallentatori di velocità” parla l’articolo 42 del codice della strada. Al titolo 2 si parla della costruzione e tutela delle strade. Vengono specificate le varie tipologie dei sistemi di rallentamento della velocità: bande trasversali ad effetto ottico, acustico o vibratorio, i dossi artificiali con zebrature gialle e nere o costituiti da elementi in rilievo prefabbricati o da ondulazioni della pavimentazione. Non si parla però di altezza massima e minima, di inclinazione e lunghezza, quella è del tutto empirica. In città pare che il concetto sia stato espresso alla lettera. Non c’è un dissuasore uguale all’altro. Una vera giungla.

Nelle zone residenziali, i rallentatori - richiesti dagli stessi residenti - svolgono egregiamente il loro compito. Moderano la velocità dei mezzi e rendono anche gli attraversamenti pedonali più sicuri. Ma ci siamo accorti che le loro altezze, fra una via e l’altra, sono “fluide”. In via Pasubio, ad esempio, mostrano degli avvallamenti, all’inizio e alla fine del dosso, e vengono affrontati di traverso dagli automobilisti. In via Unione, i rallentatori hanno altezze differenti. Quello di via Dante invece è “dolce”, come pure quello in costruzione in borgo Santa Caterina. Quello più problematico resta quello di via Halbherr. Ora in Comune saranno costretti a metterci mano.

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