I consiglieri si aumentano i «segretari»
È durata solo un anno la moratoria sui doppi collaboratori per chi ha più incarichi. Dietrofront dell’Ufficio di presidenza
TRENTO. Un blitz, condensato in cinque righe, dentro una delibera dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale. Dopo appena un anno, per i dieci mesi di quest’ultima legislatura, si è pensato bene di stralciare la norma che impediva di avere doppi rimborsi per le segreterie di chi svolge un doppio incarico.
In soldoni: chi ha già un incarico oltre quello di consigliere, nel proprio gruppo, può rinunciare ad avere un collaboratore anche in un secondo ruolo, tipo quello di assessore regionale o membro di ufficio di presidenza? Lo scorso anno si era deliberato che era possibile, eccome, e il passo era sembrato andare in quella direzione, più volte auspicata, di una riduzione delle spese e (se vogliamo) pure dei privilegi.
Ma le buone intenzioni nel 2018 sembrano non valere più. E, in dieci mesi, si andrà a spendere la stessa cifra che era servita lo scorso anno per rimborsare ai gruppi politici le spese per i collaboratori di un anno intero. Cifre non enormi, intendiamoci, sul piatto sono 166 mila euro per 37 collaboratori, ma un cambio di tendenza che arriva dalla presidenza dell’Svp Thomas Widmann e dal suo vice del Patt, Lorenzo Ossanna. Nel 2017 l’Ufficio di presidenza aveva 32 collaboratori da mettere a rimborso per un importo di 5.400 euro a consigliere, quest’anno (elettorale) vengono rimborsati 10 mesi (per un importo di 4500 euro) ma i collaboratori da 32 sono passati a 37.
Insomma cinque in più ed il rimescolamento dei gruppi, come il passaggio nelle fila del Patt di Walter Viola, spiega solo in parte il salto in avanti degli autonomisti trentini che da 5 collaboratori (anzi 4 da febbraio con l’uscita di Walter Kawalsder) lievitano ad 8. Un collaboratore in più anche per l’Upt che passa da 3 a 4 e per il Gruppo Misto che raddoppia (da 1 a 2). Chi conosce le regole dice che i collaboratori potrebbero, in teoria, servire di più all’opposizione, che non dispone di strutture di governo. In questo caso i posti in più sono però, 4 su 5, di maggioranza.(g.t.)