I bar del centro: «La Tares ci massacra»
Per gli esercenti la tariffa puntuale vuol dire spese altissime per i sacchi del residuo e rifiuti abbandonati sulle strade
TRENTO. «Va rivisto tutto. La Tares va completamente ricalibrata». Per una comunità che, faticosamente, si sta adattando alla riforma della tariffa puntuale e per una Trento che, a detta degli assessori competenti, sta differenziando sempre di più, sempre meglio e, a fine luglio, finirà anche per avere delle bollette per la gestione dei rifiuti più leggere, c’è una parte di cittadinanza che arranca. Sono i gestori e i proprietari dei bar del Centro, che tra sacchi che si riempiono in pochissimo tempo, rifiuti maleodoranti e spazi angusti, lamentano enormi disagi. «Abbiamo dovuto acquistare, a nostre spese, dei copribidoni neri – spiega Walter Botto che gestisce i locali di Piazza Duomo bar Pasi, Tridente e Italia – all'interno dei quali teniamo alcuni sacchi dei rifiuti. Ci ha costretto il Comune a prenderli perché così, almeno parzialmente, riusciamo a nascondere la sporcizia. Però, francamente non sono belli, sono insufficienti e non eliminano la puzza perché i liquidi escono lo stesso e anche gli odori. Noi avremmo preferito che il Comune avesse creato dei luoghi appositi per la raccolta dei rifiuti del centro. Delle isole ecologiche, dei bidoni un po' nascosti, dei centri di raccolta in qualche viuzza laterale. Poi come esercenti saremmo tutti d'accordo, la sera, a caricare i nostri sacchi della differenziata su dei carrelli e a portarli in questi centri raccolta. Potrebbero farne anche uno ogni 200, 300 metri. Non chiediamo di averli attigui ai bar». Le difficoltà, per i locali del centro, nascono dal fatto che sono tutti piuttosto piccoli, costruiti all'interno di vecchi edifici, e quindi privi della possibilità di ricavare degli spazi da adibire ad uso esclusivo della raccolta dei rifiuti. «Oggi – prosegue Botto – se uno compra un locale nuovo può creare un apposito sgabuzzino, di due metri per due, magari con una temperatura controllata, che resta attorno ai 9-10 gradi, ed utilizzarlo per conservarvi i sacchi della immondezza. Ma nei locali del centro questo è impossibile. Risultato: le strade sono sporche, ci sono sacchi appoggiati a tutti i muri, Trento ha un pessimo aspetto per turisti e visitatori». Opinione condivisa da Wilma Tomasi, titolare del Bar Duomo 34, che dice: «Sono molto arrabbiata perché le strade restano invase dalla immondezza per ore, se non addirittura per giorni. Io ho un giardinetto interno e i miei sacchi riesco a tenerli lì, ma chi non ha questa fortuna deve depositare i rifiuti all'esterno, a vista, o in quei bidoncini neri che il Comune ci fa comprare e che sono orribili. Durante il Festival dell'Economia avevamo qui ospiti e visitatori da tutto il mondo e le nostre vie erano piene di sacchi blu, verdi e di cartaccie ovunque. Piazza Duomo era invivibile con frotte di decine di operatori ecologici che venivano a pulire le strade negli orari di punta. La Tares va completamente ricalibrata. Alle 9 di mattina tutta la immondezza dovrebbe essere rimossa». Ma non ci sono solo i problemi di igiene e di decoro urbano. Gli esercizi commerciali stanno soffrendo anche dal punto di vista economico. «Noi - dice Botto - abbiamo già speso almeno 300 euro di sacchi extra. Arriverà il giorno che la gente si organizzerà e si farà il suo fornetto per bruciare i rifiuti. Questa tariffa puntuale non funziona. Va totalmente rivista».
©RIPRODUZIONE RISERVATA