Hashish, la polizia arresta la «banda dei marocchini»

Spacciavano in città e in tutta la provincia. Dei 36 fermati, 32 sono nordafricani I trafficanti in otto mesi erano riusciti a diventare monopolisti nel settore


di Luca Marognoli


TRENTO. Il traffico di hashish parla marocchino. In gran parte marocchini sono i destinatari delle 36 ordinanze di custodia cautelare firmate dal sostituto procuratore Davide Ognibene in una maxioperazione condotta l’altra notte dalla Squadra mobile di Trento tra la nostra provincia, la Lombardia e il Veneto. E dal Marocco, considerato da un recente rapporto delle Nazioni unite il principale produttore mondale di hashish, sono arrivati i 35 chili di droga sequestrati alla banda, assieme a 200 grammi di cocaina e 12 mila euro in contanti.

Nel breve giro di otto mesi i nordafricani avevano preso in mano il traffico di hashish del capoluogo e delle principali piazze trentine, fino a diventarne monopolisti. Trafficanti descritti dalla Squadra mobile come veri e propri esperti del ramo: la droga arrivava dal Marocco a Milano e lì andavano a prenderla per poi spacciarla, o affidarla ai loro “galoppini” per lo smercio al dettaglio.

Delle 36 persone ben 32 sono di nazionalità marocchina, tre algerina e una italiana (quest’ultima in posizione di bassa manovalanza). L’operazione ha preso il nome di “Piazza Portela” perché lì risiedevano e operavano due dei capi della banda, solo uno dei quali al momento - Hamadi Makbouli, 22 anni, operaio per un’agenzia interinale - è finito in cella, mentre l’altro è ricercato. Nel dettaglio, sono stati 21gli arresti - su custodia cautelare - eseguiti nel blitz dell’altra notte e 15 quelli compiuti in flagranza di reato nei precedenti otto mesi di indagine. L’accusa è di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso.

Il blitz ha richiesto l’impiego di più di settanta uomini, con la partecipazione dei reparti Sco (Servizio centrale operativo) di Milano e Padova, del reparto volo di Venezia, che è intervenuto con un elicottero, e delle Squadre mobili di Milano, Mantova, Brescia, Vicenza, Padova, Parma, Treviso e Belluno .

Gli arresti sono stati compiuti in gran parte in Trentino: sul lago di Garda, ma anche a Rovereto, Lavis, Mezzocorona, Mezzolombardo e Gardolo. Solo otto fuori provincia: cinque a Milano, due a Verona e uno a Parma.

Diversi i centri dove avveniva lo spaccio: tra questi Trento (nelle piazze Santa Maria, Duomo, Dante e nei giardini del Santa Chiara), Arco, Rovereto e Riva. Gli acquirenti erano giovani tra i 20 e i 30 anni, il target dei consumatori di hashish: secondo una stima sarebbero attorno ai 4-500 in tutto il territorio provinciale. Alcuni di loro hanno collaborato con la polizia, fornendo particolari utili all’identificazione dei ricercati.

Il grosso quantitativo sequestrato veniva nascosto in luoghi protetti, come nelle campagne o nei doppi fondi delle automobili, ma anche portato disinvoltamente nello zainetto. Sembra che il trasporto avvenisse in macchina ma in alcuni casi anche in motorino.

Per incastrare i trafficanti la polizia ha intercettato più di cento utenze telefoniche. Che si trattasse di gente esperta è dimostrato dal fatto che il cellulare non veniva usato per lo spaccio, ma solo per fissare appuntamenti nei luoghi dove avvenivano gli incontri con i fornitori e gli spacciatori al dettaglio. Si parla di bar, piazze e anche del piazzale all’uscita dell’autostrada, dove arrivavano i corrieri andati ad approvvigionarsi a Milano. In questi incontri si definivano anche le strategie da seguire per distribuire in modo capillare la droga nelle valli trentine. Il giro d’affari è di 500 mila euro il mese. L’hashish ha un valore sul mercato di 15 mila euro al chilo, molto meno della cocaina (100 mila) che però ha un target di acquirenti diverso.

C’è un collegamento, anche se non di grande importanza, tra questa operazione e quella che ha portato in cella i partecipanti agli scontri della fine di luglio. Alcuni degli arrestati sono risultati coinvolti in entrambe, ma è stato sottolineato che i marocchini non sono soliti cercare la rissa ma prediligono operare nello spaccio senza creare clamore attorno a sè. Gli arrestati nelle due operazioni hanno superato quota settanta persone.

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