Grisenti: "Farò come Grillo, parlerò solo dal web"

«Io parlo con la gente, non con i giornali. Uso strumenti nuovi, il web, come Beppe Grillo». Ecco Silvano Grisenti. Che si confessa all'indomani della nascita dell'associazione "Progetto Trentino" di cui è protagonista.


di Chiara Bert


TRENTO. «Io parlo con la gente, non con i giornali. Uso il web, come Beppe Grillo». Silvano Grisenti si chiama fuori dal teatrino «politico-mediatico, quello che pure lo ha visto protagonista per anni, potente superassessore provinciale e poi presidente dell’A22. Da mesi tace. Tutti lo davano pronto a tornare nell’agone politico, poi lo scorso ottobre la condanna in appello, pesante come un macigno, per corruzione, truffa e tentata concussione. Lui ha continuato a tacere. Ma i giornali hanno continuato a parlare di lui, di progetti politici, di movimenti al centro, con Grisenti che tira i fili ma resta nell’ombra. E intanto la distanza dai vertici di quello che è ancora il suo partito, l’Upt, è cresciuta ed è diventata frattura. Oggi Grisenti annuncia che parlerà, a tempo debito, solo via web, perché la rete non tradisce, si rivolge ai cittadini senza mediazioni giornalistiche. Qualcosa però dice: che la nuova associazione politico-culturale di cui è tra i fondatori, «Progetto Trentino», non diventerà un partito. «Non cerco ruoli politici, non mi interessano. Ho fatto autocritica, so dove ho sbagliato e non voglio fare il predicatore». Rivendica però la possibilità di lavorare nella società, «costruire pensiero politico»: «Se non ci saranno proposte serie anche in Trentino stravincerà Grillo».

Grisenti, perché questa nuova associazione?

Con i giornalisti non parlo. Continuate a parlare a vuoto, è il vostro limite. Siete mediatori inaffidabili.

È come dire che tutti i politici sono uguali...

Ho sempre preferito parlare con la gente. Oggi c’è un modo di comunicare nuovo, il web, meglio utilizzare quello. Senza interpretazioni.

Questo non taglia fuori una parte di cittadini dall’informazione?

Quanti leggono i giornali? Il web non è per fortuna solo uno strumento dei giovani. È anche degli over 50 come me.

Non le pesa che si continui a parlare di ciò che lei farà senza senza dire cosa pensa?

A forza di citare a vuoto vi troverete con un pugno di mosche. Io sono figlio di un altro modo di fare politica e informazione.

Adesso le sto dando la parola per dire quello che pensa ma lei non me lo vuole dire.

Ne ho passate talmente tante che questo non mi interessa più. Grillo ha successo anche perché esprime un modo diverso di fare informazione e di informarsi.

Veramente Grillo condanna soprattutto i politici, tutti.

Ma la sua non è antipolitica, è semmai l’esigenza di politica. Quando non c’è proposta seria, si corre il rischio di generalizzare. Sono il primo a fare un esame di coscienza e a togliermi da questo teatrino.

Però non rinuncia a impegnarsi politicamente...

Ci sono, come cittadino, fino in fondo. Cerco di essere cittadino e non suddito, e di portare il mio contributo, senza nessuna velleità e nessun obiettivo particolare.

È deluso dalla politica e dalla classe dirigente attuale?

Ne ho fatto parte, sento di avere le mie responsabilità. So cos’ho fatto e so dove ho sbagliato e cerco di usare questo mio vissuto. Non mi vedrete mai più usare gli strumenti di ieri.

La vedremo solo sul web?

Mi vedrete, a tempo debito mi leggerete. Ma adesso non mi interessa la polemica, non rispondo a quello che hanno detto Lunelli e Gilmozzi su di me. Sono cose di altri tempi. La gente è arcistufa di questo teatrino e chiede altro. Si capirà drammaticamente.

Pensa che anche i trentini siano pronti a votare Grillo?

I trentini per tante ragioni sono più lenti degli altri. Ma se il movimento parte, non lo ferma più nessuno. L’abbiamo già vissuto. Penso a cos’è successo nel ’93, il successo di un movimento serio come La Rete. E chi immaginava che la Lega potesse avere quella risposta? Pensa che fossero tutti ubriaconi da bar? Tutt’altro. Anche i trentini oggi vivono il disagio, seppure attutito rispetto ad altre realtà.

In cosa pensa si tradurrà questo disagio?

Se non ci saranno proposte serie, anche qui ci sarà una grande adesione a Grillo. E ringraziamo che questi cittadini vanno ancora a votare. Il loro è un grido di cambiamento. Come nel ’93. Questo grido è stato raccolto?

Lei è stato a lungo un esponente di spicco di quel sistema politico.

Le posso assicurare che la mia autocritica, forte, l’ho fatta e la faccio. Ed è per questa ragione che non mi sentirà fare il predicatore perché sarei in una posizione sbagliatissima. Cerco piuttosto con fatica di lavorare.

A questo serve la nuova associazione?

Per esserci, provare a costruire pensiero. Per ragionare occorre darsi uno strumento. Io preferisco lavorare e quando sarà il tempo qualcuno uscirà e qualcun altro resterà nell’ombra. Reputo di lavorare senza dover avere ruoli, perché non mi interessano. Anche se sono straconvinto che serva un cambio radicale della classe dirigente.

Il suo approdo non è un ruolo politico?

Dire, come ho letto oggi, che l’approdo di questa associazione sarà un partito, è una libera interpretazione lontana anni luce dal vero e dalla storia dei promotori.

Alla vigilia di un anno elettorale non sarebbe una cosa strana, no?

Se diventassimo un partito, stando al primo articolo dell’associazione (valorizzare e promuovere la cultura politica popolare di ispirazione cristiana”, ndr) sarebbe un partito confessionale. Io ho una mia storia e un mio credo, ma reputo che in politica si debba essere laici.

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