Grisenti è tornato: e schiera i suoi mille

PalaRotari pieno per il debutto di «Progetto Trentino». Dorigoni: «Trentini smarriti, serve una politica nuova»


di Chiara Bert


MEZZOCORONA. Sono arrivati in più di mille al PalaRotari di Mezzocorona, c’è chi dice 1200, per il debutto di «Progetto Trentino», che oggi è un’associazione di cultura e pensiero politico da 2.300 iscritti, e domani potrebbe diventare un nuovo partito pronto per le elezioni provinciali dell’autunno 2013. Se l’obiettivo era contarsi, l’obiettivo è raggiunto. «Questo è il popolo trentino, il nostro popolo», commenta a fine mattinata un emozionato Silvano Grisenti, che di «Progetto Trentino» è l’animatore. E nell’auditorium strapieno tutti sanno che sindaci, amministratori e amici sono arrivati qui per lui, per questo appuntamento che sancisce a tutti gli effetti il ritorno in campo dell’ex potente assessore di Dellai, a dispetto della sentenza di condanna per corruzione, truffa e tentata concussione su cui sarà la Cassazione a dire l’ultima parola a febbraio.

Per raccontare la giornata conviene cominciare dall’inizio. Ore 9, manca ancora mezz’ora all’inizio della convention. Grisenti, maglione di lana a sfidare il freddo pungente, aspetta la sua gente fuori dal PalaRotari. Da padrone di casa accoglie, stringe mani, «Ciao Silvano», «Ciao caro, come stai?», «Benvenuti, entrate che fa freddo». Una signora ha portato i biscotti, come alle feste di compleanno, o per una festa di bentornato, come questa. Arrivano a frotte, davanti alle cantine c’è la fila di auto per entrare al parcheggio. In gruppi, dalle valli, si salutano perché si conoscono. Tanti over 60, ma ci sono anche giovani. Lui, il Silvano, sorride, e corre a salutare, e abbraccia, muovendosi come un organizzatore sa fare. Lontano il congresso dell’Upt dello scorso febbraio, quando a Levico sedeva silenzioso e anche fisicamente lontano dai vecchi amici di un tempo, Dellai, Lunelli, Gilmozzi. Oggi Grisenti si è ripreso il suo spazio, è tornato in campo ed è quello che i «suoi» mille gli chiedono.

Al PalaRotari il clima è da convention, a metà tra Montezemolo e Matteo Renzi, sul fondale scorrono le immagini con le parole d’ordine del movimento - Europa, autonomia, famiglia, giovani, integrazione, lavoro, welfare, innovazione - le luci abbassate, le note di The Final Countdown. È il presidente Mauro Dorigoni (già dirigente comunale a Trento ai tempi di Grisenti assessore) a presentare l’associazione: «Oggi è il nostro battesimo del fuoco, dal suo risultato dipenderà la nostra crescita e la nostra evoluzione». Parla di «un terreno inaridito dalla politica di oggi, poco incline all’etica e alla responsabilità, poco attenta alla solidarietà e alla territorialità», spiega che «la gente trentina è smarrita» e chiede «un nuovo modo di fare politica, senza etichette di partito». Si rivolge alla platea dove lo ascoltano politici come Viola e Tarolli, il presidente degli artigiani De Laurentis e quello delle Acli Dalfovo, il segretario della Cisl Pomini e l’imprenditore Diego Mosna: «Siamo persone con storie politiche diverse ma con un unico obiettivo, contribuire al rinnovamento della politica». «Quello che serve - incalza Dorigoni - è una classe dirigente competente, credibile e coraggiosa». Il programma di «Progetto Trentino» c’è, un work in progress come s’usa dire: parecchio critico nei confronti dell’amministrazione Dellai, dalla politica industriale alle Comunità di valle. Del resto, se dall’associazione nascerà un nuovo soggetto politico, sarà alternativo al centrosinistra. Tutti lo prevedono, sarà un’assemblea dell’associazione - a inizio anno - a deciderlo.

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