Trento

Gmg, dopo la morte della ragazza per meningite alcuni trentini sottoposti a profilassi

A Bolzano i 120 partecipanti sono già stati visitati e hanno ricevuto il trattamento ieri notte su un prato davanti all'ospedale



TRENTO. Dopo la morte della ragazza romana a Vienna, che ha partecipato alla Giornata mondiale della Gioventù di Cracovia, alcuni ragazzi trentini  di ritorno dal raduno sono stati sottoposti a profilassi. Si tratta di un trattamento precauzionale, perché nessuno dei trentini avrebbe frequentato Casa Italia a Cracovia. Al loro arrivo ieri notte a piazzale Zuffo, c'erano ad attenderli oltre ai genitori, anche alcuni operatori per valutare il da farsi e tranquillizzare le famiglie. Alcuni genitori hanno manifestato la volontà di fare la profilassi, in ogni caso.

L'Azienda sanitaria trentina ha successivamente inviato una nota sottolineando che "secondo i protocolli e le linee guida nazionali e internazionali la profilassi è raccomandata per tutti coloro che hanno avuto contatti stretti con la persona deceduta come ad esempio chi ha viaggiato nello stesso pullman, ha dormito negli stessi locali o ha pranzato allo stesso tavolo. Tutte le altre persone non devono assumere la profilassi o recarsi nelle strutture sanitarie".

[[(standard.Article) Ragazza romana muore per meningite a Vienna, stava tornando dalla Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia]]

A Bolzano invece tutti i 120 partecipanti del Gmg, anche il vescovo di Bolzano e Bressanone Ivo Muser, sono stati visitati e sottoposti a profilassi al loro rientro, dopo la morte della ragazza italiana che era stata a Cracovia. Su un prato davanti all'ospedale di Bolzano è stato allestito la scorsa notte un tendone, nel quale un equipe di medici ha visitato i ragazzi e i loro accompagnatori.

Non è stato riscontrato comunque  nessun caso sospetto e tutti sono potuti andare a casa a riposare dopo il lungo viaggio e l'agitazione per la tappa in ospedale.L'Azienda sanitaria dell'Alto Adige tiene a sottolineare che «in nessun momento vi è stato pericolo di infezione», come anche confermato dal responsabile del Servizio 118, primario Manfred Brandstätter, e dal primario del Servizio infettivologico, Peter Mian.













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