Gli tolgono la patente dopo la lite
Il diverbio è nato per un parcheggio per disabili
TRENTO. Ha litigato con una pattuglia di carabinieri che lui accusava di aver invaso parzialmente un parcheggio per disabili e si è visto ritirare la patente. La disavventura è capitata a un funzionario pubblico di 54 anni residente in un paese a nord di Trento e che ha presentato ricorso al giudice di pace di Mezzolombardo contro il provvedimento di sospensione. L'uomo, difeso dall'avvocato Claudio Tasin, sostiene di essere vittima di un sopruso.
L'uomo, che ha una moglie disabile e ha l'auto dotata del tagliando per i portatori di handicap, nel pomeriggio dello scorso 30 settembre cercava di parcheggiare in un posto per disabili, nella piazza del paese nel quale è residente. Il posto, però, era, secondo il racconto che il funzionario ha fatto nel suo ricorso e che dovrà essere verificato dal giudice, parzialmente occupato da una vettura dei carabinieri con un militare a bordo. La manovra di entrata nel posto per disabili sarebbe stata ostacolata dall'auto dei carabinieri e il funzionario, mentre sua moglie entrava nella vicina banca, ha iniziato a discutere con il militare a bordo della vettura.
Durante la discussione, il funzionario, che è affetto da una sindrome ansiosa depressiva, subiva un forte attacco di panico. Per questo è anche caduto a terra in preda a una crisi respiratoria. Così il funzionario è stato soccorso e trasportato in ambulanza all'ospedale di Trento. Al Santa Chiara, l'uomo, che già versava in stato confusionale e di forte preoccupazione per la moglie rimasta sola, si sentiva chiedere da un'infermiera di sottoporsi a un prelievo di sangue per un esame alcolemico. Il funzionario, però, non comprendendo lo scopo di quell'esame, si è rifiutato.
Due mesi dopo, l'11 novembre scorso, si è visto sospendere la patente dal Commissariato del governo per essersi rifiutato di essersi sottoposto al test. Tramite l'avvocato Tasin, però, l'uomo spiega che il test non aveva alcun senso, visto che lui non aveva provocato nessun incidente stradale e che non emergeva alcun sintomo che dimostrasse che lui avesse assunto bevande alcoliche. Per questo motivo il funzionario ha deciso di presentare ricorso al giudice di pace di Mezzolombardo sostenendo che non c'era alcuna ragione di effettuare il test.