Gli anarchici occupano l’ex Peterlini
Dopo aver ospitato la biennale Manifesta 7, la vecchia autorimessa è abbandonata a se stessa
ROVERETO. L’ultima visita, per così dire, risale alla notte di Halloween: una trentina di anarchici ha occupato gli spazi dell’ex Peterlini di via Savioli per farci una festa. Verso le 3 e mezza del mattino se ne sono andati, lasciando il vecchio hangar degli autobus vuoto, come l’edificio del resto è da molti anni. La proprietà dello stabile è della Provincia, che lo aveva rilevato poco meno di una decina di anni fa, e che ha già messo in preventivo un paio di milioni di euro per sottoporlo a un restauro radicale.
É opinione comune e ben radicata che l’ex Peterlini rappresenti un esempio di spreco di denaro pubblico. «L’edificio è stato restaurato per ospitare Manifesta 7» dicono i “soliti ben informati”. Ma le cose non stanno così: nella realtà, per poter ospitare alcune delle opere della biennale d’arte contemporanea europea, nel 2008, venne effettuato solo un sommario maquillage: le pareti interne vennero rivestite di pannelli di cartongesso da 3 centimetri, per avere una minima parvenza di sala espositiva, e con un paio di bagni chimici venne risolto il problema della mancanza di servizi. Ma il tetto perdeva, e ad ogni piovasco la “sala” diventava un acquitrino. Lo sa bene Elisa Filippi, assessore alla cultura di Rovereto. «L’edificio - racconta l’assessore - rimase fatiscente, l’intervento per Manifesta fu ridotto al minimo, giusto per ospitare la mostra in modo accettabile. Da allora, chiusa Manifesta 7, abbiamo formulato molte ipotesi sulla sua destinazione finale. Da parte nostra, abbiamo proposto alla Provincia, che rimane proprietaria dell’immobile, di risistemare l’immobile per gradi, scaglionando nel tempo gli interventi di ristrutturazione necessari e creando nel frattempo all’interno dell’ex hangar un mini-incubatore di piccole realtà artistico-artigianali, unendo con un ponte ideale il mondo della produzione a quello della creatività. Poi questo ragionamento si è arenato».
Prima di dare corso a qualsiasi progetto, l’ex autorimessa va infatti resa sicura e dotata dei servizi minimi. Servono cioè soldi (e parecchi, perché è chiaro che una ritinteggiata non basta), e non è certo questo il momento in cui ci si può attendere un investimento di tale portata dall’ente pubblico, alle prese con severi tagli ad ogni voce del bilancio.
Nel frattempo, i locali dell’ex Peterlini continuano a deteriorarsi e ad essere occupati in modo saltuario da “visitatori” occasionali, nonché abusivi. Certo, non sarà la Provincia a denunciarli (con che accusa, del resto? Danneggiamento? In un locale che è già in rovina di per sé?).
Quanto alle destinazioni possibili, a seconda del vento politico ne sono state ipotizzate molte, alcune che parevano imminenti. Pare ieri che se ne parlava come nuovo bocciodromo (dopo l’abbattimento di quello storico di corso bettini), poi come sede delle associazioni, delle associazioni d’arma. Poi ancora guadagnò terreno l’ipotesi di farne una sala espositiva permanente (da qui l’esperienza, temporanea, di Manifesta 7), ipotesi che negli anni si trasformò in atelier d’arte “sponsorizzato” dal Mart. Restava comunque da sciogliere il nodo cruciale della ristrutturazione. Sempre più onerosa, perché col tempo anche l’edificio si è deteriorato. La morale è che dopo tante chiacchiere sul suo futuro, l’ex autorimessa di via Savioli rimane lì, inerte. Un triste monumento alle occasioni sprecate.