Giro di Padania, sberle ai ciclisti. Moser: "Cosa vogliono i comunisti?"
Seconda tappa e secondo round di polemiche. L'ira dell'ex campione trentino per i tafferugli: "La Padania esiste, è inutile far finta di niente"
VIGEVANO. Ancora polemiche, contestazioni e pure cazzotti. È bufera sul Giro di Padania, la corsa in salsa verde che a qualcuno proprio non va giù. Francesco Moser non bada a mezze misure: «Ma cosa vogliono questi comunisti con tutte quelle bandiere rosse?».
Così, quella che si presentava come una pre-mondiale utile al ct Bettini per trarre indicazioni in vista della rasssegna iridata, rischia di passare in secondo piano, con i corridori da attesi protagonisti a vittime dell'aspra polemica di carattere politico, loro che per prendere il via alla corsa non hanno certo dovuto dimostrare l'appartenenza ad un partito politico piuttosto che ad un altro. E così, seconda tappa e secondo round di polemiche.
Dopo che la carovana era partita intorno a mezzogiorno da Loano, i corridori sono infatti stati contestati a Savona da esponenti di Prc, Pd e Cgil, che hanno anche sventolato il tricolore. Per evitare le tensioni, la gara ha subito una deviazione, ma alcuni spintoni ci sono stati comunque, e ciclisti come Ivan Basso e Sasha Modolo hanno denunciato di essere stati insultati e presi a sberle, mentre un poliziotto è rimasto ferito. Un copione in parte già visto martedì, fra Paesana e Laigueglia (Savona). Ed è probabile, stando agli annunci dei dimostranti, che si ripeta fino alla conclusione della gara. Ciò che viene contestato al "Giro" è che abbia una connotazione politica. Pur essendo organizzata da due società ciclistiche indipendenti, la gara si sta celebrando una settimana prima della tre giorni di Bossi sul Po', che inizia per tradizione da Paesana e si spinge verso est. Inoltre c'è il controverso riferimento alla Padania ("non esiste", recitava uno striscione a 7 km dal traguardo), concetto maturato nella geografia politica leghista.
A tal proposito, non è mancato l'intervento di Francesco Moser. «Ma cosa vogliono questi comunisti con tutte quelle bandiere rosse? Senza tutto questo casino nessuno si sarebbe accorto che c'era il Giro della Padania" - afferma Moser -. La Padania esiste, è inutile far finta di niente, quindi è giusto che la corsa si chiami così. "I comunisti" organizzano da una vita corse ciclistiche come il Giro delle Regioni o il GP Liberazione e nessuno ha mai detto niente. Perchè anche gli altri non dovrebbero farlo? Mi hanno criticato perchè ho partecipato alla presentazione, ma quando ho corso il Gp Liberazione, dove "i compagni" favorivano i russi, nessuno ha detto niente. Un anno, proprio in quella corsa, ero in fuga, verso Cerveteri, con Tullio Rossi e due russi, uno dei quali poi vinse commettendo una scorrettezza per la quale avrebbe dovuto essere squalificato. Invece, siccome era dell'Urss, col cavolo che lo fecero».
La cronaca, così, è passata in secondo piano: la seconda tappa si è chiusa con una nuova volata, con la locomotiva Daniel Oss a servizio del velocista della Liquigas Viviani, che ha bruciato sul traguardo Sacha Modolo, conquistando la maglia di leader. Terzo Napolitano, quarto Oss, in formato mondiale.