Giovani assieme al campus: «Per discutere di politica»
Tra il 25 e il 31 agosto a Pergine c'è "Polieticus", settimana pensata dai ragazzi
TRENTO. Butti un occhio al programma e quello già dice tutto. Lunedì: conflitto e diversità. Martedì: immigrazione e integrazione. Mercoledì: violenza e questioni di genere. Giovedì: ambiente. Venerdì: responsabilità e politiche sociali.
Vogliono parlare di tutto questo, i venticinque ragazzi, tutti tra i 17 e i 25 anni, che parteciperanno a Polieticus: loro, è evidente, le grandi questioni socio-politiche non vogliono scansarle. Per farlo, hanno pensato a un «campus», come lo chiamano loro: una specie di settimana comunitaria autogestita - si mangia assieme, si vive assieme, si dorme assieme - in calendario al centro giovanile Kairos di via Amstetten a Pergine tra il 25 e il 31 agosto.
«Faremo attività per conoscerci meglio, laboratori artistici e musicali, dormiremo sui materassi, vivremo uno a fianco all'altro» racconta Giada Roat, la portavoce del gruppo. Giada è una diciannovenne di Ischia, sul lago di Caldonazzo. È fresca di maturità al liceo Leonardo Da Vinci di Trento (e pure brava visto che, anche se lei per modestia preferirebbe non si dicesse, ha preso novantuno centesimi). Da sempre interessata al mondo del sociale, durante il quarto anno delle superiori è stata in un borgo medioevale vicino ad Arezzo, in Toscana, nella «scuola» di Rondine cittadella della pace. Rondine, per chi se lo stesse chiedendo, è un'associazione che si ispira a don Milani e Giorgio La Pira e che, secondo il loro sito, «si impegna per la riduzione dei conflitti armati nel mondo e la diffusione della propria metodologia per la trasformazione creativa del conflitto in ogni contesto. L'obiettivo è contribuire a un pianeta privo di scontri armati, in cui ogni persona abbia gli strumenti per gestire creativamente i conflitti, in modo positivo». Lì, continua Giada, «ho partecipato a un percorso di formazione. Nello specifico, ho imparato a gestire la progettualità». E le è piaciuto così tanto da decidere di replicare l'esperienza in Trentino.
Per farlo, lei e i suoi amici hanno avuto il sostegno del Comune di Pergine, della scuola Chimelli, della famiglia cooperativa, di Trento Giovani e della Fondazione De Gasperi di Pieve Tesino. E per affrontare i vari temi avranno anche ospiti esterni tra cui: il centro Astalli, servizio dei gesuiti per i rifugiati; l'avvocato e professore di diritto all'Università di Trento Emanuele Corn; l’agenzia di stampa giovanile (un gruppo che vuole affrontare il problema della «sostenibilità soci-ambientale» e dei diritti umani attraverso i nuovi media); la presidente dell'assemblea del Pd trentino Lucia Fronza Crepaz; la scuola di preparazione del sacerdote e prof di sociologia di don Franco Demarchi; la stessa associazione Rondine di Arezzo. Il laboratorio di arte sarà condotto da Silvia Boselli, quello di teatro da Sihem Djebbi, quello di musica da Thomas Borgogno. «Ma noi siamo apartitici - specifica Giada -né di destra né di sinistra, e accettiamo chiunque. Anzi, il bello del progetto è arricchirsi con lo scambio di idee. E affronteremo tematiche importanti, a prescindere da come uno la pensi».