Gioco d’azzardo, in Trentino oltre settemila malati

Da gennaio 72 persone in cura: per ognuna altre 100 sconosciute. In arrivo una mostra interattiva contro le dipendenze



TRENTO. Una mostra interattiva per dimostrare quanto è semplice perdere al gioco. Ecco l’idea alla quale stanno lavorando gli attori del tavolo sul gioco d’azzardo. «Crediamo molto nella prevenzione del fenomeno - spiega la consigliera comunale Eleonora Angeli - e nell’impegno trasversale degli assessorati competenti. L’idea è portare a Trento, il prossimo anno, una mostra dal titolo “Fate il nostro gioco”, che sensibilizzi giovani e adulti al problema. Mi piacerebbe che la scelta della location ricadesse su palazzo Geremia, sarebbe un segnale politico forte, una presa di posizione ulteriore per il riconoscimento di un fenomeno che riveste i caratteri dell’allarme sociale». Sono infatti circa 7.300 tra città e provincia, i potenziali giocatori dai 15 ai 64 anni che rischiano di ammalarsi a causa di slot machine, video poker, gratta e vinci.

Secondo i dati del focus commissionato dalla Provincia all’istituto di fisiologia clinica del Cnr, all’interno della popolazione studentesca provinciale, il 64,3% dei maschi e il 50,2% delle femmine, ha praticato giochi in cui si puntano soldi, almeno una volta negli ultimi 12 mesi. Di questi per il 74,2% degli studenti trentini, il comportamento risulta esente da rischio, per il 18,1% è associato ad un basso rischio, mentre per il 7,1% il rischio è moderato o è patologico. Quindi nella fascia di età tra i 15 e i 19 anni (pari a 26.673 individui), 2.764 studenti presentano la caratteristica di giocatori con profilo di gioco a basso rischio, mentre 1.177 sono a rischio moderato o patologico. Circa il 60% degli studenti trentini di 15 anni ha dichiarato di aver giocato almeno una volta nell’ultimo anno: un fatto gravissimo, se si considera che il gioco legale d’azzardo, in Italia, è vietato ai minorenni. Sulla base dei dati forniti dall’Ama onlus, l’associazione di auto mutuo aiuto di Trento, da gennaio a ottobre di quest’anno sono stati presi in carico 72 pazienti patologici o a rischio moderato.

«Si tratta - prosegue Angeli - solo di una piccola parte di coloro che sono malati di gioco o gravemente a rischio di ammalarsi. Secondo le statistiche, per ogni giocatore patologico che ha frequentato i corsi di auto mutuo aiuto organizzati dall’Ama nel 2012, ce ne sono un centinaio sconosciuti». Secondo la consigliera Angeli, le slot “intelligenti” di certo non argineranno il problema, tutt’altro: potrebbero diventare ancor più fonte di attrazione, trasformandosi ancora di più in una sfida tra l’uomo e la macchina. «Come amministrazione comunale - continua - ci stiamo muovendo sulla prevenzione anche soprattutto grazie all’importante contributo dell’Ama. Per la mostra “Fate il nostro gioco” stiamo cercando qualche partner che creda nel progetto, un’idea potrebbe essere quella di coinvolgere le imprese trentine a diretto contatto con la gente come ad esempio i supermercati». La mostra riproduce una sala da gioco e invita i visitatori ad interagire, acquisendo familiarità con le leggi matematiche del caso, senza dover apprendere alcuna formula. I giocatori vengono invitati a scommettere fiches ad un vero tavolo della roulette, a scommettere ai dadi, a tirare la leva di un’autentica slot machine, a giocare al Win for life o al Gratta e Vinci.

«Il sistema ideato dal matematico Paolo Canova e dal fisico Diego Rizzuto di Torino - conclude Angeli - fa vivere al visitatore l’emozione autentica del gioco, con l’unica differenza che a quei tavoli e solo a quei tavoli, i soldi non vengono persi». Per realizzare la mostra che rimarrà in città per un mese, servono finanziatori in grado di sborsare circa 80 mila euro.













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