«Giocava sul letto accanto alla finestra»
Il racconto del proprietario dell’appartamento di via Caio Mariano da dove è precipitata la piccola
TRENTO. «Ho chiamato io i soccorsi. Stavo tornando a casa quando mia figlia, la più grande, mi ha avvertito». Scomposti in un pianto infinito, gli occhi dell’inquilino del civico 4 di via Caio Valerio Mariano, a Piedicastello, guardano lontano.
«Questa è la stanza- dice varcando la soglia- la piccola stava giocando sul letto, con la sorellina. La mamma pregava qui, su questo tappeto». Poi Anaya è caduta. «Una tragedia enorme» la voce si spezza, mentre si avvicina a quella finestra che dà sul cortile. «Anche io ho dei bambini, ne ho quattro. Come potevo immaginare. Questa è la nostra stanza, di mia moglie e mia. La mamma di Anaya stava pregando qui, su questo tappeto. E’ successo tutto così in fretta. Questo letto andrà spostato ma come, come potevo immaginare». Lui, l’amico della famiglia Khan, chiede rispetto perché questo non è il tempo di un nome in più sulle pagine di una grande tragedia. Questo è il tempo dell’aiuto, del conforto. «Ora vado a prendere qualcosa da mangiare e vado dai miei amici. Non stanno bene, posso essere utile». L’amico dei Khan ha perso il lavoro da qualche mese. E’ in difficoltà ma non si dà per vinto. «Ho una famiglia». Senso di appartenenza, non ad una sola famiglia, ma a anche a quella funestata dal lutto, quella degli amici. «Mamma, papà e bambini, dopo la tragedia, hanno dormito da me». I piccoli fratelli e sorelle di Anaya, lui, l’amico dei Khan, non li ha lasciati soli un attimo. «Ora, mi scusi, devo andare da loro. Posso essere utile». (f.q.)