Ginecologa trasferita «Così il punto nascita non verrà salvato»
A Cavalese solo un giorno per ecografie e libera professione Degasperi (M5S) accusa Zeni: «Scelta incomprensibile»
FIEMME. "L’assessore Luca Zeni ha un comportamento incomprensibile per quanto riguarda il mantenimento del punto nascite di Cavalese". E’ il titolo, e in parte anche la sostanza, dell’interrogazione del consigliere provinciale di M5S Filippo Degasperi il quale, riferendosi alla risposta che lo stesso Zeni ha dato l’altro giorno al collega Pietro De Godenz nel recente question time in consiglio provinciale, sostiene come la ferma volontà dell’assessore alla sanità contrasti con il comportamento dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss).
Circa il servizio di ginecologia De Godenz aveva riconosciuto la maggiore facilità nel reperimento di personale medico, ciò che non sembra accadere per i pediatri. La questione sollevata da Degasperi riguarda proprio il trasferimento di una ginecologa da Cavalese a Rovereto, in atto dal primo agosto. Un’evidente riduzione dell’organico del reparto di ginecologia e ostetricia del nosocomio fiemmese, a fronte della presunta maggiore reperibilità di ginecologi evidenziata dal consigliere fiemmese. «Pare tuttavia – puntualizza Degasperi – che nel contratto di trasferimento della dottoressa sia stato previsto un accesso settimanale a Cavalese per eseguire delle ecografie per la valutazione della “translucenza nucale”». Secondo il consigliere pentastellato sarebbe un esempio di “grande capacità intuitiva” da parte dell’interessata. La ginecologa avrebbe “colto due piccioni con una fava: al mattino esegue le ecografie e al pomeriggio le visite in libera professione”.
Secondo Degasperi sembrerebbe inoltre che il numero di ecografie da eseguire sia in continua diminuzione, tanto che un giorno pare non ne sia stata eseguita nemmeno una. Da qui la raffica di domande al presidente Dorigatti. Innanzitutto se è vera la notizia del trasferimento dall’ospedale di Cavalese a quello roveretano e la clausola della visita settimanale all’ospedale fiemmese, quante ecografie per la valutazione della translucenza nucale abbia eseguito la dottoressa, se è vero che al pomeriggio la stessa svolge la libera professione e, in questo caso, se corrisponde al vero che le spese di viaggio sono pagate dall’Apss.
Il consigliere del M5S chiede inoltre il numero degli esami eseguiti dai ginecologi dell’ospedale di Cavalese dal 1 gennaio al 30 settembre 2017 e quanti sono attualmente i ginecologi in servizio a Cavalese e con quale contratto sono stati assunti. L’interrogativo finale è quello che molti cittadini si stanno ponendo da qualche tempo a questa parte. Ovvero, questo trasferimento è una decisione che riduce ulteriormente la possibilità di riapertura del punto nascite? Un interrogativo che si aggiunge alla delicata situazione dei servizi pediatrici, accentuata dal recente pensionamento della dottoressa Andreina Ferrari e il conseguente spostamento degli assistiti dai 6 ai 14 anni ai medici di base e la ridistribuzione dei bambini 0-6 ad altri due pediatri fiemmesi.
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