Gilmozzi disegna la «nuova» Provincia

Cinque competenze alle comunità, più front office e servizi accorpati


Luca Petermaier


TRENTO. Cinque nuove competenze da trasferire alle comunità di valle, potenziamento dei servizi ai cittadini, valorizzazione delle professionalità interne e dei giovani, snellimento delle procedure amministrative e altro ancora. Solo belle parole, dichiarazioni di principio o impegni seri per il futuro? Questo lo vedremo tra qualche anno. Quello che oggi sappiamo è che l'idea di «nuova Provincia» - così come l'ha pensata l'assessore Gilmozzi e come tenteranno di realizzarla i principali dirigenti - è stata presentata ai sindacati ieri in un lungo incontro pomeridiano. Al centro del disegno della giunta ci sono le comunità di valle la cui istituzione dovrebbe determinare anche una profonda riorganizzazione dell'ente «Provincia» visto che - gradualmente - molte competenze dovrebbero passare proprio ai nuovi enti territoriali. Ieri l'assessore Gilmozzi ne ha indicate cinque: 1) Servizio gestione strade (con 40 tecnici e 350 operai); 2) Servizio conservazione natura e valorizzazione ambientale (circa 30 tecnici); 3) Servizio foreste e fauna (tutti gli operai dei bacini montani); 4) Servizio edilizia pubblica e scolastica (che si occupa della manutenzione degli edifici scolastici); 5) Servizio scuola e infanzia: in pratica le scuole dell'infanzia con 550 insegnanti di ruolo, 350 supplenti e 30 amministrativi. Proprio il passaggio di quest'ultima competenza ha sollevato le forti perplessità dei sindacati, in particolare della Uil: «Le scuole dell'infanzia - spiega Silvia Bertola - sono la base del sistema trentino dell'istruzione e come tali devono restare in capo alla Provincia». L'abbandono - in favore delle comunità - di alcune competenze oggi provinciali creerebbe, secondo Gilmozzi, l'occasione per riorganizzare profondamente gli altri uffici della Provincia. L'idea - contenuta in un voluminoso dossier distribuito ai sindacati - è basata su alcuni punti cardine: riduzione del back office e ampliamento del front-office, vale a dire i servizi al cittadino; valorizzazione delle professionalità interne e dei giovani; ripensamento dell'attuale sistema della dirigenza con una loro graduale riduzione o, quantomeno, riorganizzazione e infine snellimento delle procedure amministrative. «Bei progetti - commenta Claudia Loro (Cgil) - peccato che finora la giunta si stia muovendo in modo opposto, bloccando le assunzioni e dando consulenze a dirigenti in pensione». Gilmozzi (con lui c'erano anche Dalmonego e Fedrigotti) ha riaggiornato i prossimi passi all'estate, quando la giunta avrà un quadro più preciso della situazione.













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