«Giù le mani dai santi patroni»
Simoni: «Io chiuderò gli uffici». Malossini (Vigiliane): «Una barzelletta»
TRENTO. «Giù le mani dai santi patroni». Il coro rimbalza da Napoli a Milano e si leva anche in Trentino. Le feste abolite per decreto dal governo e accorpate alla domenica per evitare i «ponti» lunghi, proprio non piacciono. «Non si possono togliere le tradizioni», tuona Guido Malossini, lui sì vero patron delle Vigiliane. «Semplicemente folle», rincara il presidente del Consorzio dei Comuni Marino Simoni, «non sarà un decreto a far venir meno le feste patronali, è una scelta ingiuriosa nei confronti della tradizione». Simoni si aggrappa all'autonomia: «Noi abbiamo la nostra legge regionale che regola questa materia. Se io decido di tener chiusi gli uffici per la festa del patrono, voglio proprio vedere se mi mandano i carabinieri. Non ho dubbi che i Comuni continueranno a onorare queste feste, spero che lo stesso facciano le Comunità di valle». Il punto, continua Simoni, è che «le feste dei patroni, a prescindere dal significato religioso, sono un fondamento della nostra cultura europea. E poi abolirle da noi, che siamo una terra di turismo, non ha senso. La gente in queste occasioni si sposta per scoprire i territori, c'è davvero chi pensa di risparmiare così?».
Il governo lo pensa, tanto che le ha accorpate, e di tutti i santi si sono salvati solo Pietro e Paolo, a Roma, tutelati dal Concordato. Su tutti gli altri - da S.Vigilio a S.Biagio, da S.Lorenzo a S.Brigida - è calata la scure: basta vacanze «improprie», il Paese deve restare aperto e produrre. «È una delle più grandi barzellette di questo governo», commenta Malossini, anima del Comitato che organizza le Feste Vigiliane per il patrono di Trento, il 26 giugno. «Noi festeggeremo comunque - annuncia - San Vigilio non si sposta. Speriamo che in Trentino le festività vengano mantenute. La nostra è una ricorrenza che ha oltre 5 secoli di storia». Malossini lo dice convinto e snocciola le cifre: «Le Vigiliane portano a Trento 2 milioni e mezzo di introiti. Ci sono 130 mila persone che consumano, anche spendessero solo 20 euro a testa, fate un po' i conti... A fronte di una spesa irrisoria per l'ente pubblico, la ricaduta sul territorio è enorme, per questo noi andiamo avanti con il nostro programma».
E allora ecco cosa ne pensa della soppressione delle feste patronali uno dei protagonisti delle Vigiliane, Andrea Castelli, quest'anno uno dei 4 mattatori del «Tribunale di penitenza». «Banalmente la trovo una cosa fuori luogo. Mi sfugge il motivo, certo il momento economico è difficile, ma prendersela con i santi patroni, con le sagre...». «Va detto - aggiunge l'attore - ci sono feste più radicate nella tradizione e altre mezze inventate. Non conosco i dati di bilancio, ma dubito che si risparmino grandi somme, tra l'altro va considerato anche l'impatto sul turismo. Certo è - conclude con una nota d'ironia - che in tempi in cui si va con l'ampolla sul Po', posso anche consolarmi e dire "c'è di peggio"». Non resta che attendere: entro il 30 novembre dovrà essere emanato un decreto del premier che fissa gli spostamenti delle feste. Si annunciano fuochi d'artificio.