Gestioni associate, niente deroghe

Entro giugno i progetti, a luglio il via. Daldoss: «Meno efficienti e più faticose delle fusioni, ma il percorso è noto da mesi»


di Chiara Bert


TRENTO. «La gestione associata è più faticosa e meno efficiente delle fusioni, ma se non ci sono tensioni non c’è vero cambiamento». L’assessore provinciale agli enti locali Carlo Daldoss avverte i Comuni pronti a chiedere proroghe per l’avvio delle gestioni associate: «Nessuno me l’ha chiesta, in ogni caso non ci saranno grandi dilazioni. Faremo i conti sugli ambiti dopo gli ultimi referendum sulle fusioni. Il percorso è chiaro a tutti da mesi, che ci siano delle difficoltà lo è altrettanto ma la strada è tracciata, ci sono segretari comunali che stanno lavorando seriamente». Daldoss torna sull’esito dei referendum di domenica, dove 7 fusioni su 11 sono state respinte, con i quattro Comuni maggiori (Dro, Cavalese, Tesero e Predaia) che non hanno raggiunto il quorum. Alle minoranze che hanno subito parlato di uno «schiaffo alla coppia Rossi-Daldoss», l’assessore risponde: «Vedo che c’è chi butta tutto in politica, ma è la realtà, e non Daldoss e Rossi, che impone di cambiare. Il processo di aggregazione è stato un’autoriforma, sono stati gli amministratori a mettersi in gioco. Altro che Comuni riempiti di soldi, i contributi nel 2015 li abbiamo ridotti. Non c’è la corsa ad accorpare i municipi, c’è la presa di responsabilità di fronte a un mondo che cambia, un’autonomia con 223 campanili non funziona. Più i Comuni sono grandi e forti, più saranno in grado di rivendicare autonomia dalla Provincia. Qual è l’alternativa? Ho visto anche in questa occasione la maturità dei piccoli Comuni, è stato in quelli più grandi che è prevalso un meccanismo di sufficienza. Pensare che Dro sia contrario alla fusione con Drena mi pare francamente difficile». A chi fa notare che nei Comuni dei big Upt - Dro (Fravezzi), Cavalese (Gilmozzi), De Godenz (Tesero) - le fusioni sono state bocciate, risponde così: «Remato contro? Non credo, certo si può avere un remo grande e spostare tanta acqua, o averlo piccolo e spostarne poca. Ma la capacità di condizionare del politico di turno non è più quella del passato, ed è un bene».













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