Gallox, da mesi senza stipendio
I Cobas denunciano: «Ci sono 120 operai preoccupati, intervenga Olivi per avere chiarimenti»
ROVERETO. Aria di tensione spira all'interno dei capannoni della Gallox, in via del Garda. La storica azienda roveretana dedita alla lavorazione dell'alluminio e alla zincatura dei metalli – stando alla ricostruzione dei Cobas – non paga gli stipendi dei lavoratori da almeno quattro mesi, oltre al mancato pagamento della quattordicesima nella busta paga di luglio. E non sono pochi: l'azienda della famiglia Zandonai, dà lavoro a 120 operai. Antonio Mura e Giovanni La Spada, entrambi rappresentanti dei Cobas, dopo aver ascoltato i racconti degli operai e raccolto le loro profonde preoccupazioni, hanno deciso di andare a fondo alla vicenda e portare alla luce il disagio. «Sono persone che si ritrovano senza 7500 euro in banca e devono comunque pagare il mutuo della casa e gli studi dei loro figli», spiegano i due sindacalisti. Una situazione spiacevole, figlia forse della crisi economica che attanaglia il settore metalmeccanico, ma che però deve essere risolta al più presto. Mura e La Spada ieri mattina sono saliti in redazione, al Trentino, e hanno sfogato tutti i loro dubbi: «L'azienda dice che non può pagare gli emolumenti perché i clienti non pagano più le commesse, ma noi non crediamo a questa ricostruzione della famiglia Zandonai. Secondo noi, è solo un alibi». Un’affermazione pesante, si potrebbe pensare, ma Mura e La Spada illustrano gli ultimi anni di vita dell'azienda.
«La Gallox nel 2009 aveva chiesto e ottenuto un contributo straordinario per la propria riorganizzazione attingendo dal fondo Olivi – raccontano i sindacalisti - non hanno mai detto quanto hanno ottenuto, ma pochi mesi più tardi, nel luglio 2010, alla Trentino sviluppo è stato siglato l'accordo di lease back della Gallox - Loi Meditec. In pratica, la finanziaria della Provincia ha concesso altri 12,4 milioni di euro al gruppo Zandonai, per garantire un futuro lavorativo a 155 persone». Almeno per i prossimi cinque anni. «L'operazione di lease back dei capannoni di via del Garda rappresenta una iniezione di liquidità, soldi sonanti, nelle casse del gruppo Zandonai, invece a distanza di pochi mesi la situazione appare critica, tanto che non vengono pagati gli stipendi», spiegano ancora Mura e La Spada. I due sindacalisti sbottano: «E' ora che il gruppo Zandonai faccia vedere i libri contabili e spieghi dove e come ha utilizzato quel denaro della Provincia, soldi dei contribuenti, ossia gli stessi operai che oggi si ritrovano a dover fare i conti con 7500 euro in meno sui propri conti correnti».
I due sindacalisti chiedono un «intervento dall’alto», perché l’azienda non sta mantenendo fede all’accordo stipulato con la Trentino sviluppo. «Lo stesso assessore Olivi, che all’epoca del lease back aveva avuto parole di soddisfazione per l’accordo raggiunto, dovrebbe alzare la voce e farsi spiegare bene, nel dettaglio, tutta la situazione - concludono - ma anche i politici che siedono in consiglio provinciale dovrebbero cominciare a porsi domande. Non è possibile, di questi tempi, permettere comportamenti irresponsabili e non pagare gli stipendi».
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