Fraccaro riconsegna allo Stato 12 mila euro

«Restitution Day» a Roma. Il deputato grillino: «Un segnale forte. Ora gli altri facciano come noi»


di Luca Marognoli


TRENTO. “Rendicontare” le spese è la parola d’ordine dei “cittadini” parlamentari del Movimento 5 Stelle. É anche uno dei chiodi fissi di Riccardo Fraccaro, segretario dell’Ufficio di presidenza della Camera, sceso in piazza ieri davanti a Montecitorio assieme ai colleghi per mostrare al pubblico l'assegno gigante da 1.569.951,48 euro, staccato nel “Restitution day” e destinato al Fondo di ammortamento del debito pubblico. É fatto delle eccedenze delle indennità e diarie relative ai primi due mesi e mezzo di legislatura questo “tesoretto” che ritorna alla collettività senza essere entrato nelle “onorevoli tasche”. «Alcuni cittadini ci hanno abbracciato e rincuorato con cori di sostegno», dice Fraccaro. Che ha fatto la sua parte: «Per il primo mese e mezzo, metà marzo e tutto aprile, ho restituito 8.211,61 euro, per maggio 3.523,72», precisa dopo avere consultato il suo notebook. «Un’ulteriore quota verrà restituita a fine anno: quella per collaboratori e spese telefoniche che non ho utilizzato».

Il maxi assegno - rimarca il deputato - « si aggiunge ai 42 milioni di euro di finanziamenti pubblici (i rimborsi elettorali, ndr) ai quali abbiamo già rinunciato. Il M5S ha anche presentato una mozione affinché venga sospesa la rata di fine luglio per tutti i partiti, considerando che il governo ha presentato un disegno di legge per l'abolizione del finanziamento pubblico».

Il denaro risparmiato andrà di fatto a chi è colpito dalla crisi. «É un momento drammatico per l'economia, anche a Trento con la vicenda della Whirlpool: queste somme non dobbiamo trattenerle noi, che siamo pagati bene, ma destinarle a piccole imprese, reddito di cittadinanza, giovani coppie...». Il Restitution Day - continua Fraccaro - «per noi è un giorno di festa: un segnale forte, che speriamo diventi una buona pratica per gli altri e che dimostri prima di tutto che siamo coerenti e che quello che abbiamo detto in campagna elettorale lo facciamo. Abbiamo anche dato la prova che si può fare politica senza soldi pubblici. Alcuni ci dicono: “Voi avete Grillo”, ma noi abbiamo bisogno di lui perché il sistema di finanziamento attuale è patologico e lui è una testa d'ariete che serve per rompere il muro artificiale creato da una classe politica collusa con il potere mediatico, bancario e finanziario. In un sistema normale non sarebbe necessario avere un Grillo, per un gruppo di cittadini con delle buone idee». I rimborsi elettorali sono al centro del confronto tra i partiti: «Non fanno che ripeterci, in commissione Affari costituzionali, che la gente non versa contributi. Noi rispondiamo che se vogliono essere finanziati devono fare gli interessi dei cittadini e allora otterranno anche il loro sostegno». Prima cosa: essere credibili. «Noi teniamo tutto contabilizzato, ogni scontrino è rendicontato, perché crediamo sia giusto così. E adesso lo facciano anche gli altri».













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