«Fisco trentino» Via libera di Roma

Svolta epocale al vertice tecnico con il ministero di Delrio Una partita da 450 milioni. Pacher esulta: «Ce la faremo»


di Luca Marognoli


TRENTO. La delega sulle agenzie fiscali alla Provincia da ieri è più vicina. Roma si è detta disponibile a lavorare perché questo traguardo, più volte invocato da Trento come da Bolzano, possa essere raggiunto. Una svolta epocale, in direzione di una autonomia “quasi integrale”.

«É la prima volta che accade: la disponibilità è stata espressa dal capo di gabinetto del ministero per gli Affari regionali Mauro Bonaretti», commenta Ivano Dalmonego, direttore generale della Provincia, al termine del vertice, durato due ore, che si è tenuto negli uffici di via della Stamperia. Al tavolo le delegazioni delle due Province autonome di Trento e Bolzano, la Ragioneria generale dello Stato e il dipartimento Affari regionali, coordinato dallo stesso Bonaretti. Dalmonego era accompagnato da Fulvia Deanesi, dirigente generale del dipartimento Affari finanziari della Provincia e da Fabio Scalet, che è invece a capo del dipartimento Affari istituzionali e legislativi.

«Il documento contenente la richiesta di delega alle province era stato presentato prima al governo Monti, poi al ministro Delrio in maggio e quindi al premier Letta, quando incontrò Pacher con Gilmozzi e Olivi», ricapitola Dalmonego. «Oggi (ieri, ndr) ci hanno detto di essere disponibili a muoversi in direzione di quella proposta. Ora il ministero dovrà preparare tutti i dati. Occorre capire quali siano le competenze e quanto costino adesso allo Stato. Noi stimiamo che la spesa sostenuta sul territorio provinciale ammonti a 450 milioni. Ma in questo computo c’è dentro tutto, anche i magistrati, il carcere, le forze di polizia. All'interno di questo perimetro bisogna identificare quali funzioni delegare. E per noi le più importanti sono quelle fiscali: Monopoli, Territorio, Dogane ed Entrate».

Le prossime tappe sono già definite: «Ci saranno altri incontri tecnici con la Ragioneria dello Stato per definire prima le partite arretrate, da 2 miliardi e 400 milioni, e poi il nuovo modello per determinare il concorso finanziario della Provincia al risanamento finanziario», continua il direttore generale di Piazza Dante.

«A fine mese è prevista una nuova convocazione del Tavolo tecnico per esaminare le criticità emerse, da trasferire poi a quello politico. Se si giungerà all'accordo verrà fatto un grande passo dalla Provincia di Trento. Dovrebbe decadere anche tutto il contenzioso, che è immenso, perché tutte le normative finanziarie dal 2010 in poi sono state impugnate per violazione dello Statuto e dell'accordo di Milano».

Restano fuori dal “pacchetto” le Poste: «Non sono state mai richieste perché è tutta materia riferita al credito. Il servizio universale è affidato a una società privata che deve risponderne autonomamente», precisa Dalmonego.

«Da Roma arrivano segnali positivi e che succeda proprio il 5 di settembre, giornata della festa dell'Autonomia, è senz'altro di buon auspicio», ha commentato il presidente Alberto Pacher nel corso della celebrazione dell’anniversario dell’accordo Degasperi-Gruber. «Dopo l’impasse degli ultimi mesi si è vissuto oggi un momento davvero importante», ha aggiunto. «É stata definita una road-map, una tabella di marcia in base alla quale entro settembre il gruppo tecnico finirà il suo lavoro per lasciare spazio all’ambito politico».

Una partita da 450 milioni di euro, che solo una Provincia dalle spalle larghe potrà giocare. Ma Pacher è ottimista: «Ce la possiamo fare, grazie ad un sistema di rinnovamento interno sempre più spinto».

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