Finto addetto dell’Enel truffa i frati francescani
In pochi giorni è riuscito a raggirare i religiosi dei conventi di Cles e Cavalese facendosi consegnare quasi 3500 euro per un fantomatico contratto
TRENTO. Totale assenza di scrupoli, faccia tosta e il classico “pelo sullo stomaco”. Qualità che non devono far difetto a un buon truffatore e che non mancano nemmeno al ventottenne serbo che, con alle spalle reati specifici compiuti negli ultimi 5 anni, domani si presenterà in tribunale a Trento per rispondere del reato di truffa aggravata. Nell’aprile dello scorso anno, infatti, il giovane ha scelto di raggirare niente meno che i frati francescani di due distinti conventi, quello di Cles e quello di Cavalese, riuscendo a scucire ai religiosi una somma complessiva di quasi 3mila e 500 euro. Bella presenza, parlantina veloce, sorriso rassicurante e le competenze di chi, in passato, aveva davvero lavorato per un’azienda specializzata nel promuovere contratti di fornitura di energia elettrica e gas per conto di Enel, il truffatore ha avuto gioco tutto sommato facile. Anche perché si era premurato di duplicare il tesserino di riconoscimento di quando lavorava onestamente. I primi ha finire nella sua trappola sono stati i padri francescani del Convento di Sant’Antonio, a Cles. Era il 22 aprile del 2014 e a uno dei religiosi il serbo aveva chiesto di vedere bollette e contatori della struttura, spiegando che era in corso il passaggio del servizio di erogazione di energia elettrica e gas da Trenta a Enel. Aveva spiegato che la spesa “servizi di rete” era notevole, ma che sarebbe stata restituita per i dieci anni pregressi. Per ottenere questo, però, e per attivare i nuovi contratti occorreva versare subito 2mila e 80 euro. Somma che gli era stata comunicata in tempo reale da un fantomatico dirigente con il quale fingeva di essere in costante contatto telefonico. Era stato tanto convincente che il religioso responsabile di queste operazioni aveva sottoscritto i tre contratti con il logo Enel per la fornitura di luce e gas e anche una polizza di assicurazione, intascando i 2mila e 80 euro. Erano passati pochi giorni e il giovane s’era presentato al convento dei Padri Francescani di Cavalese – era il 28 aprile - e aveva messo in scena la stessa farsa anche con il responsabile della struttura religiosa del centro del Primiero. A lui aveva detto che Enel avrebbe restituito al convento i canoni d’affitto dei contatori per i dieci anni precedenti, corrispondenti a 9mila e 843 euro. Per stipulare il contratto, però, servivano 1398 euro che egli, anche questa volta, era riuscito a ottenere con un assegno, riscosso lo stesso giorno in una banca del posto. Domani il processo.