Finanziaria: Roma fa sconti al Trentino, ma non ai Comuni

Ridotti di 30 milioni i sacrifici per la Provincia. Sulle spese è ancora guerra


Ubaldo Cordellini


TRENTO. Come nei film. Dalla Commissione bilancio della Camera arrivano una notizia buona e una cattiva. La discussione sulla Finanziaria va avanti a pieno ritmo. La maggioranza ha fatto mezzo passo indietro sul contributo che le regioni autonome dovranno dare al risanamento del paese, e il Trentino ci guadagna 30 milioni di euro. Nulla di fatto, però, per i Comuni. In pratica, l'allargamento del patto di stabilità anche ai Comuni della Regioni e Province autonome resta. Per ora, le proteste dei presidenti e le mosse dei deputati non sono servite a far recedere il governo. Il Trentino, però, incassa un sostanzioso sconto sui sacrifici da fare. Per il 2011 dovrà contribuire al patto di stabilità con 59 milioni e non più con 69, come voleva il governo, e nel 2012 il sacrificio sarà esattamente del doppio. Andando per ordine, si parte dalle buone notizie. Il relatore della legge ha recepito l'emendamento che era stato presentato da Laura Froner del Pd e da Maurizio Fugatti della Lega, e che poi è stato fatto proprio anche dalla maggioranza, sul riparto dei sacrifici tra regioni e province autonome. L'emendamento che vale 30 milioni per il Trentino e anche di più per l'Alto Adige. Infatti, il disegno di legge del governo prevede che la Regioni e le province autonome contribuiscano al patto di stabilità con 500 milioni per il 2011 e di un miliardo per 2012. Nella versione precedente i sacrifici per il Trentino erano di 69 milioni per il 2011 e di 138 milioni per il 2012. Dopo l'approvazione dell'emendamento, però si scende a 59 milioni per l'anno prossimo e a 118 per quello successivo. Ottimo risultato quindi. La stessa cosa, però, non si può dire per quanto riguarda il patto di stabilità per i Comuni. La questione non è di lana caprina perché la previsione del governo di un patto di stabilità che limiti le spese anche dei municipi rischia di ingessare la spesa pubblica. Il maxiemendamento depositato alcuni giorni fa in Commissione bilancio dal governo prevede che i Comuni trentini siano sottoposti allo stesso patto di stabilità cui vengono sottoposti gli altri Comuni italiani. Per il presidente della Provincia Lorenzo Dellai, però, si tratta di una previsione ingiusta e indebita, dal momento che gran parte del bilancio della finanza locale in Trentino è ricompreso nel bilancio di piazza Dante. In questo modo, il patto di stabilità verrebbe applicato due volte, comportando delle drastiche restrizioni alla spesa. Sul punto, però, la Provincia non molla. La Froner annuncia battaglia: «Lo Statuto di autonomia è chiarissimo. Tutte le modifiche devono essere approvate con legge costituzionale. Non solo. Adesso c'è anche il patto di Milano che prevede la procedura dell'accordo. Il governo ha violato questa procedura e vuol imporre un patto di stabilità ai nostri Comuni che, però, già sottostanno a quello concordato con la Provincia. A differenza degli altri Comuni italiani, gran parte del bilancio dei nostri municipi entra in quello di piazza Dante, quindi il doppio patto di stabilità non ha senso ed è eccessivamente penalizzante». Per questo motivo la Provincia già pensa a impugnare la legge finanziaria se dovesse contenere il doppio patto di stabilità.

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