FESTIVAL ECONOMIA 2011 Gran finale all'Auditorium con Bauman
E’ il secondo intervento al Festival di Trento per il teorico della «società liquida». Questa volta parlerà di libertà e di confini. Confini tra pubblico e privato, tra merci e persone, tra proprietà e consumo. Una chiusura con i fiocchi per chi ama riflettere
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TRENTO. Ha senso parlare di libertà nella società dei consumi? Partendo da questo interrogativo, oggi pomeriggio alle 17,30 il sociologo e filosofo Zygmunt Bauman chiuderà il Festival dell’Economia al teatro Sociale. E’ il secondo intervento al Festival di Trento per il teorico della «società liquida». Questa volta parlerà di libertà e di confini. Confini tra pubblico e privato, tra merci e persone, tra proprietà e consumo. Una chiusura con i fiocchi per chi ama riflettere.
Bauman è uno dei più originali pensatori di questo secolo. Nel suo lavoro si è occupato di stratificazione sociale e del movimento dei lavoratori, prima di passare ad ambiti più generali come la natura della modernità. Negli ultimi anni si è occupato molto del passaggio dalla modernità alla postmodernità.
Società liquida. Famoso è il concetto introdotto da Bauman di società liquida. Il sociologo pensa che l’incertezza che attanaglia la società moderna deriva dalla trasformazione dei suoi protagonisti da produttori a consumatori. In particolare, lega tra di loro concetti quali il consumismo e creazione di rifiuti umani, globalizzazione e paura, smantellamento delle sicurezze e una vita frenetica. L’esclusione sociale elaborata da Bauman non si basa più sull’estraneità al sistema produttivo o sul «non poter comprare l’essenziale», ma del «non poter comprare per sentirsi parte della modernità». Secondo Bauman il «povero», nella vita liquida, cerca di standardizzarsi agli schemi comuni, ma si sente frustrato se non riesce a sentirsi «come gli altri», cioè non sentirsi accettato nel ruolo di consumatore. Da qua la stretta connessione con il tema della libertà economica che è al centro di questa edizione del Festival.
La morale. Bauman propone un tipo di morale: la morale nasce come il consegnarsi totalmente dell’io al tu (ovvero di me all’altro). È un fatto assolutamente e totalmente individuale e libero. Poiché non può esistere un terzo che mi dice se la mia azione sia morale oppure no, non c’è più società, la quale necessita sempre di almeno tre persone. Ma come si traduce questa definizione individuale nella concreta pratica sociale? Bauman specifica che questa libertà di donarsi è sempre dentro a certi vincoli e costruzioni dati da una struttura che è, appunto, la società. L’impulso ad essere per l’altro, a donarsi all’altro, indipendentemente da come l’altro si atteggia nei suoi confronti non è razionale; per questo per Bauman la morale originata da tale impulso è del tutto irrazionale.
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