FESTIVAL ECONOMIA 2011 Anteprima in trasferta: a Napoli si "studia" la camorra
Un dibattito approfondito sulla camorra, nel suo luogo di origine, curiosamente sollecitato da un festival trentino
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NAPOLI. Contraffazione e cultura del lavoro: la "zona grigia" che si colloca tra economia e crimine. Questo il piatto forte dell'anteprima napoletana del Festival dell'Economia di Trento. Un fenomeno "sottovalutato" quello della contraffazione che «crea disvalore, dando la possibilità alle organizzazioni criminali di trovare terreno fertile fra le persone bisognose di lavoro». Un dibattito approfondito sulla camorra, nel suo luogo di origine, curiosamente sollecitato da un festival trentino.
Secondo il generale Umberto Sirico della Guardia di Finanza, «la Camorra è, in tema di contraffazione, meglio strutturata mentre altre organizzazioni sono specializzate in altri settori. La Camorra, qui a Napoli, è organizzata a livello industriale. La remunerabilità del business della contraffazione è enorme, il ricarico che le organizzazioni recuperano sono dell'ordine del 500%. Nemmeno nella droga si riescono a tenere ricavi così alti». Luciano Brancaccio ha presentato uno studio di caso sull'organizzazione camorristica dei Licciardi detti "i magliari" di Secondigliano, contraffattori molto abili, esistente già nel secondo dopoguerra. I principali gruppi camorristici sono strutturati su clan familiari allargati. La maggior parte degli appartenenti sono killer veri e propri: molti "boss" camorristi sono donne. Di cultura del lavoro ha parlato a lungo e in maniera molto dettagliata il sociologo Vincenzo Moretti e presidente della Fondazione Di Vittorio che ha scritto, insieme a Cinzia Massa, un interessante libro sulle "Storie straordinarie di ordinario coraggio" del Rione Sanità. Il generale Umberto Sirico comandante del Servizio centrale di investigazione criminalità organizzata della Guardia di Finanza ha posto l'attenzione sul fenomeno della contraffazione partendo innanzitutto dalla considerazione che molto spesso è sottovalutato sotto il profilo sociale. L'appeal è enorme per questo fenomeno criminale. La contraffazione deve essere combattuta ricostruendo le filiere del traffico con un approccio molto più accorto (intercettazioni telefoniche e altri strumenti dettati dalla normativa attuale). Il reato è rientrato nelle competenze dell'antimafia e quindi per contrastarlo si possono utilizzare gli strumenti tipici di questi crimini. La contraffazione non deve essere sottovaluta sul piano del disvalore sociale. La repressione non può essere il solo mezzo di contrasto.
«La contraffazione - dice il generale della Guardia di Finanza - è un business delle mafie del domani. La contraffazione incide su più piani e negativamente sul mercato. Chi mette in vendita merci contraffatte altera le regole del mercato. E' - aggiunge - anche un fenomeno che incide sulla salute del cittadino perché i prodotti contraffatti sono prodotti insicuri che mettono a repentaglio la sicurezza dei cittadini perché non rispettano le regole delle norme comunitarie. La contraffazione produce anche un danno enorme all'erario».
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