Famiglia Perginese, il 2013 chiude con il segno meno

La Cooperativa ha un passivo di 170mila euro: 800mila euro di minori incassi Piva: «500 mila per la crisi, il resto per il mese di chiusura in piazza Gavazzi»


di Roberto Gerola


PERGINE. Tra le sue mani sono passati 21 anni di storia della Famiglia Cooperativa Perginese. Si parla del presidente Lino Piva che fra un mese concluderà il terzo mandato.

Aveva iniziato già nel 1993. Il 7 marzo di quell’anno aveva ricevuto 49 voti (55 i soci presenti su 105) ed era stato eletto presidente della Coop Castagné che aveva a fianco l’omonima Cassa Rurale. C’erano 7 dipendenti e tra questi Flavio Tenni (direttore dal 1962 al 2005) e probabile prossimo presidente.

«Purtroppo - ci diceva ieri Lino Piva - dopo 20 anni dobbiamo registrare una minor vendita di prodotti: 800.000 euro in meno, dei quali 500.000 come calo fisiologico per la crisi, e 320.000 dovuti alla chiusura per un mese causa lavori, del punto vendita di piazza Gavazzi».

La situazione al 31 dicembre scorso era di un deficit di 170.000 euro. Prevalgono tuttavia i lati positivi. «Il fatturato è stato di 10 milioni - aggiunge - e il capitale sociale è di 3.2 milioni di euro con una situazione patrimoniale più che solida. Siamo in grado di sopportare anche le tempeste causate da difficoltà temporanee dovute sicuramente anche alla concorrenza che a Pergine è particolarmente spietata, vista la presenza di numerosi supermercati».

Nel corso di questi 20 anni, sono state assorbite tutte le realtà esistenti nelle frazioni. «Altrimenti - dice Piva - sarebbero state chiuse perché impossibilitate a sopravvivere da sole». Le fusioni iniziate dalla Coop Castagné con Piva, avevano visto approdare Ischia e Roncogno, poi Mala; poi l’apertura al Marcadel, quindi incorporate Civezzano e Sant’Agnese, la nuova apertura a Madrano, l’incorporazione di Tenna e quindi di Sant’Orsola. Poi le nuove realtà: Costasavina, Canezza e Palù del Fersina; infine l’affitto del negozio in piazza Gavazzi e poi il suo acquisto. «Tutti i negozi sono stati ristrutturati - afferma Piva con orgoglio - ma quello che più voglio sottolineare è il ruolo della Coop. Quando siamo partiti nel 1993, volevamo dare una nuova impronta alla comunità e ci siamo riusciti: mantenendo tutte le piccole realtà e incrementandole, inviando il messaggio della solidarietà e della sussidiarietà su più fronti. A iniziare con il servizio dato alle popolazioni della periferia, ma soprattutto attraverso le azioni di solidarietà: colletta alimentare, solidarietà di quaresima, percentuali sugli incassi a Natale, offerte e sconti periodici; tutto a tutela della famiglia, anche in termini di occupazione: i dipendenti sono ora 52».

Ma il messaggio sociale va oltre. «Il punto vendita di Palù, come di altri paesini - dice ancora Piva - è luogo di ritrovo per incontrarsi e anche questo è un aspetto importante».

Lino Piva ha scritto una pagina di storia iniziata con 105 soci, ora sono 3.800, e a raccontarla è comprensibilmente emozionato. In assemblea, prevista il 13 maggio, sicuramente gli mancherà la parola.

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