Famiglia chiede i danni per la vacanza da incubo

Sei trentini avevano preso in affitto un appartamento in Puglia per 1200 euro Ma non c’era l’acqua calda ed erano costretti a fare la doccia con la minerale



TRENTO. «Lavori tutto l’anno e quando vai in vacanza speri di riposarti. Invece la nostra vacanza è stata un incubo». Dire che è dispiaciuta è dir poco. Una donna trentina con tutta la sua famiglia, marito, due figli adolescenti e i genitori anziani, ha visto quello che doveva essere un sogno trasformarsi in un incubo. Aveva affittato un appartamento in Puglia, in provincia di Lecce, a Torre Vado, pochi chilometri da Santa Maria di Leuca e da Gallipoli. Sulla carta, o meglio sul web, doveva essere un appartamento quasi nuovo, costruito nel 2010. Con un serbatoio d’acqua che lo rendeva indipendente rispetto alle bizze degli acquedotti di quelle parti. Invece per giorni l’acqua non arrivava e lei e la sua famiglia sono stati costretti a lavare il cibo e perfino a scaricare il water con l’acqua minerale. La doccia per molti giorni è stata, quella sì, un sogno irrealizzabile. Il tutto con i padroni di casa che continuavano a minimizzare. Per questo la famiglia ha deciso di rivolgersi a un avvocato e al Centro tutela consumatori per fare causa sia ai padroni di casa che all’agenzia che aveva affittato loro l’appartamento.

L’incubo è iniziato con un viaggio, ma virtuale. Su internet, come spiega la signora trentina: «Abbiamo cercato un appartamento in affitto e abbiamo trovato il sito di un’agenzia immobiliare pugliese. Per evitare brutte sorprese, cercavamo un appartamento nuovo. Così abbiamo trovato questo alloggio a Torre Vado. Era stato costruito nel 2010 e sembrava avere tutto quello che serviva. Sul sito c’era anche specificato che aveva il serbatoio d’acqua. Noi sapevamo che l’approvvigionamento dell’acqua qualche volta in Puglia può diventare un problema. Così questo particolare ci ha indirizzato nella scelta. Abbiamo contattato l’agenzia per telefono e abbiamo prenotato pagando una caparra di 350 euro. L’affitto per le due settimane era di 1.200 euro».

Poi, la vacanza è iniziata il 7 luglio. La famiglia ha raggiunto la Puglia ed è andata in agenzia dove la padrona di casa le ha consegnato le chiavi. I trentini, però, si sono subito resi conto che qualcosa non andava: «Dal rubinetto veniva solo un filo d’acqua. Dopo qualche giorno non veniva più neanche quel filo. Per quattro giorni non è stato possibile nemmeno lavarsi. Dovevamo usare l’acqua minerale per lavare la verdura e i pomodori. Non potevamo nemmeno fare la doccia. Non è stato per niente bello. Telefonavamo ogni giorno alla padrona di casa. Lei ci diceva di pazientare che sarebbe tornato tutto a posto. Invece le cose hanno funzionato solo all’ultimo, quando è arrivato l’idraulico».

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