Ex Microleghe, rifugio per disperati

Ennesimo allarme incendio l’altra sera, ma a causare il fumo erano quattro senzatetto romeni che si preparavano la cena



ROVERETO. Ennesimo allarme incendio, mercoledì sera, all’interno dell’area dismessa ex Microleghe, all’angolo tra la statale 12 e via Parteli. Da tempo, non è certo una novità, l’ormai fatiscene struttura è rifugio di senzatetto e anche l’altra sera, attorno alle 20.30, i vigili del fuoco volontari di Rovereto hanno capito subito che il filo di fumo che si alzava dagli edifici non era affatto l’inizio di un incendio, ma piuttosto il fuocherello acceso da qualche disperato per prepararsi la cena. La conferma è arrivata nel giro di pochi istanti, quando la squadra di pompieri è entrata nell’area - la recinzione e in condizioni tali da renderla tutt’altro che inaccessibile - e s’è imbattuta in quattro uomini tutti intenti a prepararsi delle uova . Come da prassi, i vigili del fuoco hanno subito avvisato la Polizia locale e una pattuglia s’è recata sul posto per l’identificazione del quartetto: si tratta di cittadini romeni già noti agli agenti che, dopo essere stati condotti presso il vicino comando ed essere stati identificati, sono stati invitati a lasciare l’ex Microleghe. Facile immaginare che abbiano solo cambiato struttura o che addirittura si siano allontanati solo per qualche ora. È noto a tutti, infatti, che la vecchia struttura è quotidianamente dormitorio per una miriade di persone e non pensabile illudersi che un lucchetto su un cancello o l’invito ad andarsene possa risolvere una simile situazione di degrado.

L’episodio di mercoledì ripropone un problema da cui nemmeno Rovereto, così come le città più grandi, è immune: l’esercito di “invisibili” che, non di rado, vive a pochi metri dal centro in situazioni di estremo degrado. «Difficile dire quanti siano – spiega Cristian Gatti, direttore della Fondazione Comunità Solidale – soprattutto durante i mesi estivi. In inverno, infatti, il clima li obbliga spesso a chiedera aiuto e a rivolgersi a strutture d’accoglienza e questo consente a noi operatori di avere un’idea del loro numero. In estate, invece, la situazione cambia radicalmente: le strutture in cui poter accamparsi sono molte e, nella maggioranza dei casi, chi le occupa vi si reca sono in piena notte». Il popolo degli invisibili, insomma, diventa ancor più invisibile. Ma certo la città non è insensibile al problema. Almeno sul fronte della solidarietà.

«Le strutture presenti a Rovereto – come si legge nel VII Rapporto annuale 2012 dei servizi Caritas e Fondazione Comunità Solidale – sono quelle che nel 2012 registrano un maggiore incremento nell’accesso ai servizi. L’aumento del numero totale di pernottamenti registrato a Rovereto, può essere collegato all’incremento dell’offerta di posti letto dovuta alle nuove forme di accoglienza invernale sviluppatesi dal 2010in poi e ad un pieno utilizzo della struttura, che ha visto sempre occupati tutti i posti letto disponibili nell’anno 2012. Certamente, la possibilità legata all’accoglienza invernale di poter avere più volte accesso ad un posto letto presso la Casa di Accoglienza “Il Portico” e la casa “Km 354” insieme ad un servizio mensa aggiuntivo nel periodo dell’anno da novembre a marzo, ha prodotto come conseguenza diretta un aumento delle presenze e delle richieste anche nei confronti del centro diurno, che già peraltro è parecchio sollecitato per il fatto di non avere vincoli d’accesso legati alla presenza fisica di un posto letto».

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