«Ex consiglieri, da voi un pessimo segnale»

Baratter (Patt): «Serve uno scatto di moralità, dalla giunta proposta coraggiosa». Critiche anche dall’Upt, che però si divide sullo stop ai vitalizi


di Chiara Bert


TRENTO. Nuovi consiglieri contro i vecchi. Si possono sintetizzare così, gli umori del giorno dopo. Il giorno dopo quello in cui, mentre la giunta regionale annunciava di voler abolire ogni tipo di pensione per i nuovi consiglieri, gli ex difendevano la legittimità dei loro vitalizi e dicevano no a «soluzioni drastiche». Ci va giù pesante il capogruppo del Patt Lorenzo Baratter: «La vecchia classe dirigente regionale difende ad oltranza i propri privilegi chiusa in trincea. Ci si attendeva uno scatto di coscienza, di moralità e dignità da parte di chi in altre stagioni ha retto le sorti di questa terra. Non è avvenuto ed è un segnale pessimo». Un atteggiamento che, per Baratter, marca la distanza dall’attuale classe dirigente «che ha fatto una proposta coraggiosa per il domani e per il passato»: «Diciamo che il politico non è una categoria privilegiata e quindi non deve maturare una pensione a sè stante. Ma per la prima volta si ha il coraggio di affrontare anche il tema della retroattività». Sferza gli ex anche il consigliere Upt Mario Tonina: «Spero che chi ha avuto molto dalla politica sappia fare un atto di generosità». «Lo scandalo - aggiunge - riguarda gli ex, non noi che siamo stati appena eletti». Tonina invita tutti, ex e attuali consiglieri (quelli non alla prima legislatura che hanno incassato le maxi-liquidazioni dei vitalizi), a «rinunciare spontaneamente agli emolumenti percepiti sulla base di una normativa che non è stata adeguatamente soppesata nelle sue effettive conseguenze». «Quelle liquidazioni tornino nelle casse pubbliche». E qui Tonina lancia una frecciata: «C’è chi era in ufficio di presidenza (Mattia Civico del Pd, ndr) e oggi fa il verginello ma intanto ha incassato 210 mila euro».

Ma se sull’azione retroattiva decisa dalla giunta, che ha affidato un incarico al giuslavorista Luca Nogler, nessuno avanza obiezioni, sulla proposta per il futuro, ovvero l’abolizione di ogni tipo di vitalizio per i nuovi consiglieri (quello in vigore da questa legislatura, 800 euro lordi dopo 5 anni di consiglio, 1600 per due legislature, è il frutto di un sistema contributivo in cui il consigliere versa l’8% e la Regione il 24%, ndr), il fronte si rivela meno compatto in casa Upt. Dove il capogruppo Gianpiero Passamani ha subito fatto sapere di essere contrario all’abolizione del vitalizio, che aprirebbe le porte della politica solo ai dipendenti pubblici a cui vengono pagati i contributi mentre sono in aspettativa, mentre sacrificherebbe i liberi professionisti. Diversa la posizione di Tonina: «Se c’è da fare un ulteriore sforzo pur di recuperare la credibilità che abbiamo perso, penso si debba fare». Si trincera dietro un no comment l’altro consigliere, Piero Degodenz: «Dirò quello che penso solo dopo la riunione di maggioranza». Via libera deciso invece da Donatella Conzatti, candidata alla segreteria dell’Upt: «La giunta regionale ha imboccato la strada giusta intervenendo in modo retroattivo sia sui vitalizi che sulle somme accantonate degli ex consiglieri e con l’abolizione dei trattamenti pensionistici degli attuali consiglieri. Queste prebende non erano giustificabili ieri, figuriamoci oggi. Non basta passare al modello contributivo, dobbiamo evitare cifre ingiustificabili in politica. Solo così potremmo recuperare credibilità».

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