Epatite A, Trento sopra la media
In Italia sono stati registrati 471 casi. La causa? Frutti di bosco congelati
TRENTO. Gli ultimi dati dell’istituto nazionale di sanità sono del periodo fra il 23 maggio e l’11 luglio e sono allarmanti. In Italia sono stati, infatti, registrati 471 casi di Epatite A - con una fetta importante distribuita fra le province di Trento e Bolzano - contro una media di 190 degli ultimi due anni. Il motivo di questa anomalia? Il consumo di frutti di bosco congelati. Una situazione che ha fatto muovere la procura di Torino che, dopo l'allarme lanciato dal Ministero della Salute, ha aperto un'inchiesta per commercializzazione di prodotti alimentari pericolosi su 10 aziende nei cui campioni prelevati è stato rilevato il virus: si tratta di aziende di Padova, Pavia, Ferrara, Parma e Cuneo e i frutti di bosco analizzati provengono da Serbia, Ucraina, Bulgaria, Polonia, Romania e Canada.
Dall'inizio dell'anno è stato registrato un incremento dei casi di epatite A in Germania, Olanda e Polonia. In tutti i casi, il contagio è stato ricondotto a turisti che avevano soggiornato nelle province di Trento e Bolzano nel periodo immediatamente precedente alla comparsa della malattia. Da marzo a maggio, inoltre, il Ministero della Salute ha registrato in Italia un aumento del 70% dei casi di epatite A rispetto allo stesso periodo del 2012 (l'incremento è concentrato prevalentemente nelle province di Trento e Bolzano, in Emilia Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Veneto). Sembra che questi siano tutti correlati con il consumo di frutti di bosco misti surgelati preparati nel nostro Paese. I primi sintomi di un'infezione da epatite A sono stanchezza, inappetenza, febbre e nausea. Dopo qualche giorno compare l'ittero, un colorito giallognolo della pelle, delle mucose e delle sclere degli occhi. Nei bambini l'epatite A può anche non presentare alcun sintomo e il decorso della malattia è generalmente benigno. La cottura dell'alimento è l'unico sistema che garantisce l'eliminazione del virus. Un lavaggio accurato può diminuire la concentrazione virale sulla superficie di frutta e verdura, ma non la elimina completamente.