Elezioni comunali in Trentino, scendono in campo 9.500 candidati

Depositate le liste nei 205 comuni, 434 gli aspiranti sindaci. Si vota il 16 maggio, i test più importanti a Rovereto, Riva del Garda e Arco



TRENTO. Signori, si parte. In campo c’è un esercito di 9500 candidati (9.433 per la precisione) che il prossimo 16 maggio si sfideranno per un posto nel consiglio dei 205 comuni trentini che rinnovano la propria assemblea. In questo conto ne va incluso un altro: sono 434 i candidati che si presentano per la carica di sindaco.
Ieri a mezzogiorno è scaduto il termine ultimo per la presentazione delle liste: chi c’è c’è, chi non c’è passa al prossimo turno. Nei comuni che andranno al voto il lavoro di consegna è stato frenetico. Nelle amministrazioni maggiori molte liste sono arrivate al fotofinish. Ora le liste sono depositate e non si torna indietro. Il malloppo con liste, simboli e candidati verrà nei prossimi giorni trasmesso agli uffici competenti della Regione che dovranno valutare l’assenza di vizi nella raccolta delle firme e nei nomi di chi è sceso in campo.
Come detto i cittadini che hanno scelto di candidare alla carica di consigliere sono 8999 a cui si aggiungono i 434 candidati sindaco. In alcuni comuni (quelli maggiori) la sfida si preannuncia appassionante, mentre in altri i giochi sono già fatti.
Parliamo di quei 42 comuni del Trentino nei quali è stata presentata una sola lista. In questo caso non c’è nemmeno gara e il candidato sindaco ha già la certezza dell’elezione e può attendere senza patemi la data del 16 maggio con l’unico dubbio di conoscere il quorum dei votanti.
Nei comuni maggiori le liste possono contenere 30 nomi, mentre in quelli più piccoli i candidati per lista non possono superare il numero di 15. In questo contesto suscita curiosità lo strano caso di Cis.
Nel piccolo comune della val di Non, il 16 maggio non si voterà. Motivo? Nessuna lista è stata presentata. Il sindaco uscente (e non più candidabile per raggiunti limiti di mandato, Giuseppe Dapoz) sarà sostituito da un commissario. La beffa è doppia se si pensa che Dapoz è anche il coordinatore valligiano dell’Upt, ma evidentemente nemmeno questo è bastato per trovare in paese forze entusiaste pronte a mettersi in gioco per il bene del Comune.
Ogni candidato guarderà in casa propria e ogni elezione è - giustamente - la più importante per chi vi concorre. Certo è che le sfide più attese e appassionanti sono quelle dei Comuni maggiori. L’intesa provinciale tra Pd-Upt e Patt non è riuscita a scendere in campo con la compatezza sperata. Alla fine - dopo estenuanti trattative e minacce di rotture - l’intesa è stata sottoscritta a Rovereto, Riva e Dro con l’appoggio unitario rispettivamente ad Andrea Miorandi, Adalberto Mosaner e Vittorio Fravezzi. A Rovereto (il centro più popoloso al voto) i candidati sindaco sono otto, con Miorandi e Barbara Lorenzi che puntano a sfilare la poltrona al sindaco uscente Guglielmo Valduga.
La spaccatura più evidente (nel centrosinistra) è ad Arco dove il Pd con il sostegno di alcune liste civiche ha scelto di appoggiare l’amministratore delegato della Cartiera Paolo Mattei. Strada diversa per Patt e Upt che sosterranno Mario Morandini dopo un lungo tira e molla alla ricerca di una convergenza che non è stata raggiunta. Villalagarina, Brentonico e Malè sono altri esempi di tenuta della coalizione provinciale. Nei restanti comuni, a partire dal contestato Levico passando per Storo, Baselga di Pinè e Ala la coalizione di centro sinistra autonomista non ha trovato un accordo comune e dunque la tanto agognata unità è stata sacrificata a logiche di partito.
A Mezzocorona il Patt ha deciso di andare da solo, lasciando che a braccetto andassero Pd e Upt, mentre un discorso tutto a parte spetta a due realtà dove gli assetti di coalizione hanno ceduto il passo a logiche di territorio. A Lavis, per esempio, si riproporrà la strana alleanza tra Patt e Pdl. E anche ad Avio Patt e Pdl hanno deciso di correre assieme (con il sostegno a Sandro Borghetti), lasciando anche in questo caso Pd e Upt e gestirsi i propri equilibri.
Nei comuni più piccoli le logiche di coalizione (sia a destra che nel centro sinistra) hanno spesso lasciato spazio a equilibri territoriali sotto forma di liste civiche, alcune delle quali dai nomi curiosi («Voce alle frazioni», «Aria nuova 2010», «Ascoltare, condividere» per citarne alcune).
L’appuntamento è ora per il 16 aprile, termine entro il quale le commissioni elettorali dovranno esaminare e approvare le candidature sorteggiando l’ordine delle liste













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