Elemosina sequestrata, parla il comandante dei vigili urbani
Ha fatto discutere il sequestro di 2.9 euro agli accattoni. La replica della polizia municipale: "Prima ci chiedono i controlli, poi ci insultano"
PERGINE. Reazioni di pancia, meditate, attacchi fin quasi brutali nei toni e plausi. Il caso dei 2 euro e 90 centesimi sequestrati ad alcuni accattoni da parte dei vigili urbani e relativi provvedimenti amministrativi (tutti peraltro obbligatori) per incasso della somma, mancata notifica e archiviazione degli provvedimenti, assunti dalla polizia locale ha fatto discutere molto sul profilo Facebook del Trentino.
La notizia, tanto per dare un po' di numeri, nel giro di qualche ora appena, domenica era stata subito commentata da 71 persone, condivisa (quindi rigirata su altri profili Facebook) da 45 lettori e raccolto 117 “mi piace”. Davvero tra i commenti si può leggere di tutto e quasi il contrario. Certamente ci sono molte invettive dirette, senza giri di parole (da «senza cuore» fino all'insulto bello e buono) nei confronti dell'operato dei vigili, ma anche chi ricorda «che le norme vanno rispettate» e che i vigili «hanno fatto solo il loro dovere», aggiungendo anche che «con il loro intervento hanno fatto sparire dalla città gli accattoni». C'è pure chi dice che «in pratica hanno sequestrato i soldi che gli ho dato» e chi dice che «hanno portato via a loro i soldi dei cittadini», ma anche chi sottolinea che «dietro agli accattoni ci sono i racchet» e che «se li avessero perquisiti avrebbero trovato ben altro». Ma a dominare soprattutto sono le critiche nei confronti degli agenti della polizia locale. Critiche che non sono piaciute al comandante del corpo di polizia locale, Andrea Tabarelli.
Il comandante, infatti, ha inviato al Trentino una nota nella quale sottolinea la propria amarezza per «l'articolo apparso domenica e riguardante atti di archiviazione di ordinanze che vedevano protagonisti diversi accattoni, atti a firma del sottoscritto. Non entro nel merito dell'articolo. Sono però rimasto amareggiato. Quello che emerge è la dualità italiana, ove da una parte vengono richiesti interventi a tutela dell'ordine e del decoro, salvo poi prendersela con chi ha il compito di far rispettare le regole. E il paradosso e che la veemenza con cui vengono chiesti i controlli e le sanzioni è pari, poi, alle reazioni di sdegno nei confronti di chi ha fatto rispettare le norme. La cosa su cui invece invito a riflettere sono i post di commento all'articolo con frasi ingiuriose e ben oltre la tollerabilità nei confronti degli appartenenti al corpo che ho l'onore di dirigere. E’ questa la democrazia?».