«Egitto, in piazza le famiglie. Vogliono un futuro di pace»
L’esperto di archeologia Zulian: «La gente si riprende la rivoluzione scippata dai Fratelli Musulmani» Le agenzie di viaggio: «Nessun allarme dai trentini in vacanza, ma offriremo la massima assistenza»
TRENTO. «Gli egiziani si sono riappropriati della loro rivoluzione, che era stata scippata al popolo dai Fratelli Musulmani. Lo hanno fatto scendendo in piazza con le loro famiglie: questa è una manifestazione di popolo». Maurizio Zulian, 62 anni, fa il veterinario a Rovereto, ma da un ventennio nutre «una rovinosa passione - confessa - per l'archeologia e per l'egittologia». Collabora con il Museo civico di Rovereto, il quale - spiega - «ha un protocollo che è unico al mondo», siglato con l'ex segretario generale del Consiglio supremo delle antichità egizie Zahi Hawass, noto in Italia per le sue numerose apparizioni in documentari tv, «per l'utilizzo con il loro copyright delle 50-60 mila foto che ho realizzato nei siti chiusi al turismo: lì ci sono delle vere perle».
Zulian va nella terra dei faraoni tre o quattro volte l'anno per periodi di più settimane: «Abito con la gente del posto e condivido i loro problemi. L'ultima volta ci sono stato pochi mesi fa: la situazione era già tesa, c'era un grande malumore, che si è acuito nell'ultimo periodo per le code di chilometri alle pompe di benzina e il taglio dell'energia elettrica in diversi momenti del giorno. La popolazione è disperata anche perché è rimasto in piedi solo il 15% del turismo ante-rivoluzione: la Valle dei Re è quasi tutta chiusa».
Anche ieri l'egittologo aveva un filo diretto con la piazza. «Ho appena parlato con il collaboratore del museo che abita al Cairo, Rafik Jabbour, e mi ha riferito che Morsi pare sia stato messo ai domiciliari», dice attorno alle 18. «Anche lui è tra i manifestanti, come molti degli amici che ho all'interno del Consiglio superiore delle antichità. Uno di loro, un esponente di vertice, ieri alle 7.30 mi ha detto: “Ciao, Maurizio, sono qui per difendere i miei figli e perché l'Egitto torni il grande Paese che era”. La gente ha portato anche i bambini in carrozzina: una grossa dimostrazione di maturità. Vogliono una società migliore, dove si possa guardare al futuro con serenità; vogliono vivere in un paese libero dove tutti, maschi e femmine, musulmani e cristiani ma anche persone di altre religioni, abbiano le stesse opportunità. Io credo che non sia mai accaduta una cosa del genere in Egitto».
I Fratelli Musulmani avevano messo il cappello sulla rivoluzione – spiega Zulian – «perché erano l'unica struttura organizzata esistente nel Paese, considerando che dal ’52 c'è sempre stata la dittatura: Nasser prima, Sadat e Mubarak poi».
Zulian fa anche un'analisi politica: «I Fratelli Musulmani erano quelli che facevano gli attentati - a Luxor ci furono 58 morti - poi strinsero un patto con Mubarak e già con lui entrarono in parlamento come indipendenti. D'altra parte sono “sul territorio”: hanno avuto una funzione sociale, pelosa fin che si vuole, ma hanno aiutato la popolazione con medicine, anche denaro. Vox populi dice che è grazie agli americani che hanno vinto loro: mesi fa Morsi è riuscito ad alleviare la tensione tra Israele ed Hamas. Il cartellino rosso che la gente mostra in piazza è diretto a lui ma anche ad Obama e all’ambasciatrice Patterson».
Secondo le agenzie di viaggio nessuno dei turisti trentini in Egitto ha segnalato problemi, anche perché la gran parte è concentrata sul Mar Rosso. Per i prossimi giorni è stata garantita la massima assistenza.