Edilizia, la Provincia «bancomat» dei Comuni

Piazza Dante anticiperà le fatture non saldate dai municipi per i lavori pubblici Domani in aula una mini-manovra per accelerare l’avvio dei cantieri


di Robert Tosin


TRENTO. Se i Comuni diventano il collo di bottiglia dell’accelerazione economica, la Provincia interviene pesantemente. Togliendo, se è il caso, il finanziamento alle opere che i municipi non mandano avanti celermente, oppure rilasciando le concessioni edilizie che tardassero ad essere staccate. Il disegno di legge sul sostegno a economie e famiglie si è trasformato ieri in una mini-manovra: dai pochi punti che sancivano la distribuzione di 15 milioni di euro ai nuclei trentini e altri 15 alle aziende attraverso riduzioni di Irpef, ora il pacchetto di proposte della giunta provinciale porterà in aula un documento ben più corposo. Sancendo ufficialmente che la crisi durerà almeno fino al 2014, visto che un articolo prevede proprio di prolungare fino a quella data l’attuazione di regole d’emergenza.

Urbanistica. Gli artigiani avevano chiesto, sabato alla manifestazione, radicali cambiamenti per accelerare le procedure e sbloccare i lavori ostaggio della burocrazia. La giunta ha risposto. Sarà istituito un tavolo tecnico, una sorta di task force che metterà alla frusta i Comuni, ai quali viene chiesto di fissare un preciso cronoprogramma dei lavori previsti entro il 2014. Chi sgarra sarà punito con il ritiro dei finanziamenti: non sono ammessi ritardi nelle gare, nei bandi negli accantieramenti.

Per quanto riguarda i pagamenti, le imprese che non si sono viste liquidare le fatture nei termini previsti (30 giorni dalla consegna della documentazione come avviene in piazza Dante) possono battere cassa in Provincia che anticiperà il saldo, rivalendosi poi sui Comuni. Provvedimenti anche su un’altra voce rimarcata dagli artigiani alla manifestazione di sabato scorso: il silenzio assenso sulle concessioni edilizie. La legge già oggi consente questa procedura, ma non sempre privati e professionisti si fidano e così i cantieri che potrebbero partire restano al palo. Ora possono richiedere il via libera, trascorsi i termini di legge, alla Provincia, scavalcando così i Comuni. Anche la richiesta di documentazione non determinante e dovuta da enti pubblici non terrà più bloccato il lavoro.

Su un altro fronte la Provincia ha deciso di sostituirsi ai Comuni: si tratta della legge Gilmozzi, nella parte relativa al blocco delle seconde case. «La norma non si tocca - chiarisce l’assessore - ma ora di fatto facciamo recepire automaticamente a tutti i Comuni del Trentino quella parte che prevede la possibilità di un cambio di destinazione d’uso dei volumi residenziali esistenti fino al limite massimo del 50%». In pratica, il recupero di un edificio può ottenere il cambio di destinazione, ma lo spazio per seconde case non può occupare più della metà del volume. Il mancato recepimento di questa norma da parte di un certo numero di municipi ha tenuto bloccate numerose ristrutturazioni.

Aziende. Come promesso, arriva l’emendamento sui controlli alle aziende che Dellai ha definito (almeno in relazione a quelli statali) troppo invasivi in un momento così delicato. Niente controlli, dunque, se non necessari per gli interessi pubblici; niente nemmeno nelle aziende che hanno sistemi di certificazione, basta duplicazioni e sovrapposizioni di controlli o richieste di copie. E se proprio i controlli si devono fare, devono creare il minimo di interferenze con l’attività dell’impresa.

Penserà la Provincia, al posto dei Comuni, a dare l’autorizzazione per l’esercizio dell’attività di trasporto di viaggiatori mediante noleggio di autobus con conducente: lo farà contestualmente all’autorizzazione per l’esercizio della professione. Via libera, anche, se otterrà il consenso dell’aula, alla realizzazione di magazzini per la frutta negli spazi lasciati liberi dalle cave in coltivazione

Lavoratori. Tra gli emendamenti che arriveranno in aula domani (il dibattito comincerà alle 15 quindi l’approvazione avverrà probabilmente giovedì) alcuni riguardano i lavoratori. Sono previsti contributi per i giovani professionisti sotto i 35 anni e a quelli che si associano. Un contributo che può arrivare fino al 40 per cento dei costi sostenuti è previsto per quelle aziende che assumono giovani da inviare negli uffici esteri della ditta.

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