Edilizia, 800 domande per gli aiuti provinciali

Giudicarie, è boom di richieste per le ristrutturazioni. Ferrari, assessore: «La Comunità dispone di 2 milioni di euro, così se ne soddisfano al massimo 80»


di Ettore Zini


GIUDICARIE. «Una galleria in meno, ma dobbiamo riuscire a trovare i fondi per finanziare l’edilizia abitativa». Piergiorgio Ferrari, vice presidente della giunta della Comunità delle Giudicarie e assessore competente, è il primo a commentare le domande di contributo per l’edilizia abitativa. Con il 31 luglio si sono conclusi i termini per le abitazioni principali, e i condomini con almeno 4 unità abitative. E il risultato è andato al di là di ogni aspettativa. Nessuno si aspettava una valanga di 761 domande per le prime case e 11 per i condomini. «Un’enormità – spiega l’assessore, per anni segretario dell’ex presidente Dellai - con le disponibilità finora messe a disposizione riusciremo sì e no a finanziarne 70 o 80. Più o meno quelle esenti dall’Imu, che in graduatoria hanno priorità. Mi chiedo se non valga la pena di mettere a disposizione altre risorse, magari con qualche vincolo in più».

Qui c’è soprattutto preoccupazione per quella massa di persone che per giorni hanno fatto la coda agli sportelli, con la speranza di poter accedere alla graduatoria finale della legge 9/2013 con cui, nel maggio scorso, la giunta provinciale ha messo sul piatto 55 milioni a livello trentino: 2.250.000 euro per gli abitanti della Comunità di Valle di Tione. «Troppo pochi per esaudirli tutti – dice ancora il vicepresidente Ferrari – la gente ha grandi aspettative, ma con quelle cifre, non si va da nessuna parte. Noi con la parte riservata agli acquisti abbiamo a disposizione circa 5 milioni. La giunta provinciale, per dare un effettivo scossone all’economia, dovrebbe riuscire a stanziarne almeno il doppio. Magari rinunciando anche a qualche grande opera». Gli auspici degli amministratori locali vanno dunque in questa direzione. La Provincia, dicono, dovrà valutare quanto questa legge possa davvero essere salutare per l’economia nei prossimi 4 o 5 anni. E scongiurare le casse integrazioni, che in campo edilizio, stanno piovendo a raffica. I numeri delle pratiche depositate sono del resto impressionanti: quasi 800 con un bacino di 37 mila abitanti.

Moltissimi di più, per esempio, della Comunità Alto Garda Ledro che di domande ne ha totalizzate 700, con 11 mila abitanti in più. A che cosa è dovuta questa fame di case da ristrutturare? Indubbiamente – rispondono negli uffici della Comunità – dalla casa come investimento, e bene rifugio che qui ha sempre avuto una grande importanza. Ma anche dalla consistenza dei contributi erogati (fino al 60% nelle case in centro storico con tipologie di risparmio energetico). Non ultimo, il costo esiguo della domanda: una marca da bollo e una stima di massima dell’intervento. Onere che tutti possono sostenere, a fronte di un ritorno – se la richiesta va a buon fine – davvero consistente, per chi intende sistemare la propria casa. Nel 2012, la corsa alle ristrutturazioni si era fermata a quota 82. E, la politica dovrà davvero inventarsi qualcosa, per non lasciare quasi il 90% dei richiedenti a bocca asciutta. Intanto è stato prorogato al 9 di agosto il termine per la tranche riguardante gli acquisti.













Scuola & Ricerca

In primo piano