E ora ridateci i semafori intelligenti
Il Consorzio dei Comuni rivuole gli impianti intelligenti anti velocità
TRENTO. «Ora tocca ai nostri semafori intelligenti». Il presidente del Consorzio dei Comuni, Marino Simoni, spera tanto che il chiarimento da parte del governo sui famigerati semafori T-Red spalanchi le porte alla decisione finale sui semafori anti velocità che da oltre due anni anche in Trentino sono lampeggianti, in attesa di conoscere il proprio destino.
«Eravamo a buon punto - spiega il presidente - perché la commissione parlamentare aveva già affrontato la questione, ma poi l’azione della procura di Verona contro quei semafori che scattano le foto ha bloccato tutto. O, meglio, ha dato la priorità a quell’aspetto. Ora che la vicenda pare chiarita, forse tocca ai nostri semafori trovare una legittimazione inequivocabile nel codice della strada».
Perché i Comuni non si accontentano di avere interpretazioni, ma pretendono una norma chiara che metta al riparo i sindaci da montagne di ricorsi e cause, inevitabili quando aleggia anche solo qualche dubbio soprattutto nel tema delicato della circolazione stradale. La vicenda è ben diversa da quella dei T-Red. Qui non si tratta di semafori che scattano foto a chi passa col rosso e la cui durata del giallo è stata ipotizzata “faziosa”. E’ di ieri, invece, la notizia che i T-Red sono legittimi, nel senso che sono omologati e non truffaldini, almeno nella fornitura.
I dispositivi rallentatori invece avevano trovato larga diffusione in Trentino (in pochi mesi ne erano spuntati ottanta) soprattutto nei comuni più piccoli dove le finanze non permettono regolazioni complesse della viabilità e della velocità. Il semaforo dà il via libera, ma entra in funzione col giallo e col rosso se stanno sopraggiungendo veicoli che non rispettano il limite. Obbligando così alla fermata l’automobilista in prossimità di un punto pericoloso. Secondo la buona parte dei sindaci, gli strumenti funzionavano e risultavano il modo più semplice per costringere i mezzi entro i limiti di velocità. Si sono utilizzati soprattutto agli ingressi dei paesi a cavallo di strade provinciali o statali, oppure all’altezza di incroci dentro il centro abitato.
Un parere nazionale aveva però all’improvviso stoppato tutto: quei semafori nascondono degli aspetti di pericolosità. Il fatto, per esempio, di scattare all’improvviso dal lampeggiante al giallo fisso potrebbe provocare reazioni improvvise tra i guidatori, provocando potenzialmente brusche frenate e tamponamenti. In attesa di chiarimenti definitivi, i semafori furono staccati (o lasciati lampeggianti per segnalare un luogo pericoloso). Ma il Consorzio si impegnò subito per farli riattivare, a fronte però di una legge chiara.
«Non abbiamo mollato la presa - assicura Simoni - e aspettiamo che il codice della strada ci permetta di riaccendere le luci. Se ci sono elementi di pericolosità si potrà intervenire con delle correzioni, ma non c’è dubbio che vogliamo il via libera nella massima chiarezza. Eravamo a buon punto, poi tutto si è rallentato credo per dare la precedenza all’inchiesta della Procura. Ma ora è tempo di un pronunciamento anche su questo problema».