E’ morto l’ex consigliere provinciale Agostino Catalano

Avvocato ed esponente politico prima di Rifondazione Comunista, ora di Sel. Ripubblichiamo l’articolo in cui ricorda Bonmassar e spiega la sua malattia.



TRENTO. Si è spento nella notte Agostino Catalano, 56 anni, avvocato e politico, ex consigliere regionale e provinciale di Rifondazione comunista in Trentino, ora nelle fila di Sinistra e libertà. È morto all’ospedale di Bolzano, in seguito a una malattia. A esprimere cordoglio sono i Laici del Trentino, di cui era stato socio fondatore.

E nel momento in cui Agostino Catalano muore, riaffiorano le immagini nitide della sua dedizione politica, l’entusiasmo e insieme la forte convinzione di dover essere sempre dalla parte dei cittadini e dalla parte dei più deboli.

Anche il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai esprime a nome della Giunta provinciale il cordoglio e la vicinanza alla famiglia di Agostino Catalano per la scomparsa del loro congiunto. Dell'ex consigliere Dellai ricorda in particolare i tratti della sincerità e del modo di intendere la politica: "Pur essendo la sua appartenenza politica differente dalla mia - è il commento del presidente della Provincia - ho sempre avuto grande stima di Agostino Catalano per come ha saputo interpretare una concezione di politica al servizio dei cittadini”

Cordoglio viene espresso anche dai rappresentanti di Sinistra e libertà del Trentino.

Qui aggiungiamo un passaggio dell’articolo pubblicato dal “Trentino” e che proprio Catalano scrisse l’anno scorso, in aprile, in occasione della morte di Vincenzo Bonmassar, che aveva conosciuto ai tempi della riforma della scuola voluta da Salvaterra, e che poi aveva frequentato anche a causa della “comune” malattia. Ecco il breve brano:

“Ci siamo rivisti in occasione di una mia uscita temporanea dall'ospedale. Era commosso nel vedermi ancora vivo e un po' sconvolto dai segni della malattia. Anche lui affrontava la stessa battaglia per la vita e, come al solito, commentammo il tutto, compreso il nostro vizio del fumo, con la solita ironia. Ora lui ha concluso la sua battaglia mentre io la proseguo. Non ce la faccio ad andare al suo funerale, è troppo per me, ma gli prometto che le vittorie che verranno - anche perché le sconfitte alla lunga annoiano - le dedicherò a lui, sapendo che anche quelle le incasseremo con la dovuta ironia. ”.













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