Durnwalder, nuovo processo per il fondo 

La Cassazione ha confermato l’assoluzione per 4 dei 5 capi punti, ma per i giudici c’è stato peculato



TRENTO. Luis Durnwalder dovrà tornare sotto processo. La lunga vicenda giudiziaria legata all’inchiesta sulla gestione dei cosiddetti fondi riservati (72 mila euro l’anno) si sta rivelando un incubo senza fine. Perché il problema, per l’ex governatore, è soprattutto di immagine dopo una vita spesa ad amministrare le ricche casse sudtirolesi senza mai una sbavatura e con una innegabile capacità ed efficienza. È probabile che in 25 anni di potere Durnwalder abbia però raggiunto la convinzione che in nome dell’autonomia tutto fosse possibile, anche gestire i fondi pubblici a lui riservati senza criteri oggettivi di trasparenza e correttezza contabile. La sentenza della Corte di Cassazione ha ora dimostrato che l’ex governatore è realmente scivolato su una buccia di banana quando meno se lo aspettava. Anche perché, sino all’inchiesta curata dall’allora procuratore capo Guido Rispoli (nessuno - nemmeno a livello di Corte dei Conti - aveva mai fatto presente a Durnwalder che così non avrebbe potuto andare avanti. Cosa ha stabilito in sentenza l’altra sera la Cassazione? Semplicemente che il criterio delle compensazioni (tra presunti crediti maturati per proprie anticipazioni di cassa e soldi pubblici utilizzati per spese private) non è ammissibile e costituisce reato, cioè peculato. Sia in primo che in secondo grado l’ex governatore se l’era cavata con un’assoluzione per mancanza di dolo. In altri termini - avevano sostenuto sia il tribunale che la Corte d’appello - Durnwalder avrebbe agito in perfetta buona fede, cioè pensando di tenere una condotta perfettamente legittima. Giuridicamente parlando, però, il peculato è un reato “istantaneo a dolo generico”, che significa che non è necessario un fine particolare perché il fatto sia da considerare reato. In altre parole il reato di peculato si consuma nel momento in cui un pubblico ufficiale si appropria o utilizza per scopi privati del denaro pubblico. Dunque se Durnwalder vantava dei crediti per anticipazioni personali avrebbe dovuto documentare l’intervento e ottenere il rimborso attingendo dal fondo a sua disposizione.













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