Duecento musicisti per un inno a Verdi

Condino, grande concerto in chiesa davanti a 900 spettatori della banda locale affiancata da quattro cori delle Giudicarie


di Aldo Pasquazzo


CONDINO. L’arcipretale di Santa Maria Assunta di Condino è già di per sé suggestiva se non unica. Ieri l’altro poi lo era ancor più- All’interno della Pieve, infatti, erano 900 o forse anche più le persone che avevano preso posto dentro e fuori dai banchi per assistere al grande concerto organizzato dal corpo bandistico in occasione dell’anniversario dei 200 anni dalla nascita di Giuseppe Verdi dal quale la stessa banda condinese ha preso il nome.

La realtà bandistica condinese - fondata e amalgamata tra il 1871 ed il 1881 dall’allora presidente Felderer, dal maestro La Camera e che all’epoca contava 19 strumentisti - è riconducibile alla dinastia dei Dapreda di cui era stato capofila papà Simone e poi i figli Gino, Celestino, Guido e Ottavio che in periodi diversi avevano diretto la banda-orchestra.

Tornando a sabato sera, mai prima di questa occasione a Condino si erano visti riuniti assieme in un solo concerto così tanti musicisti. Tra bandisti, coristi ed esperti di musica ad esibirsi in una performance unica erano circa 200. Sabato sera all’interno del presbiterio oltre agli ottoni condinesi diretti dal maestro Giuseppe Radoani ad esibirsi c’erano anche i cori Azzurro di Strada diretto dal maestro Cornelio Armani, il Valchiese con il suo direttore Dario Donati, l’En Plein Choeur della Scuola musicale delle Giudicarie diretto dal maestrio Florece Marty e le Voci Giudicariesi alla cui direzione c’è la professoressa bresciana Laura Crescini.

Dopo l’esecuzione dell’inno e marcia trionfale Aida strumentisti e coristi hanno proposto “O Signore dal Tetto Natio”, “La Traviata”, “ Valzer Brillante” e “La Vergine degli Angeli”. Dopo l’intervento musicale all’organo suonato dal professor Tarcisio Battisti, banda e cori hanno riproposto altri quattro brani: “Cori dei Gitanti”, “La forza del destino”, “Libiano né lieti calici” e per più volte il “Va pensiero”. Una serie di arie eseguite in maniera perfetta che anno finito per coinvolgere il pubblico. Cosa sottolineata a manifestazione conclusa dai due esperti bresciani, Marisa Viviani e Luciano Saia, provenienti da Botticino.

«L’accostamento cori e banda - ha detto il presidente della banda cittadina, Roberto Spada - ha riscontrato un successo inaspettato ma anche, se non soprattutto, confermato che abbinamenti come questo sono possibili». Spada durante l’esibizione, tra ripetuti applausi, ha inoltre ricordato la figura e l’opera del maestro Basilio Mosca i cui funerali si erano svolti nel primo pomeriggio a Pieve di Bono. «Mosca, di cui ero amico già dal 1976 - ha quindi aggiunto il professore roveretano Gianni Caracristi- come Verdi aveva 88 anni di cui 33 svolti come maestro del coro Azzurro di cui era poi anche il fondatore».

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