Droga, spacciavano anche ai tredicenni
Maxi operazione in Busa: identificati 63 minorenni, clienti dei sei arrestati Il parco della Miralago trasformato in un supermarket dello stupefacente
RIVA. C’era anche una tredicenne tra i clienti delle sei persone arrestate con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. È preoccupante, soprattutto sul piano sociale, il quadro che emerge dall’indagine sullo smercio di stupefacenti nella Busa concluso nei giorni scorsi dai carabinieri della compagnia di Riva del Garda con l’esecuzione di sei custodie cautelari (una settima persona è latitante, si presume in Ucraina), la denuncia a piede libero di altre diciotto persone e il sequestro di circa 300 grammi di stupefacente tra hashish, marijuana ed eroina.
Nel corso dell’indagine, durata alcuni mesi, i militari hanno identificato 69 consumatori di stupefacenti (in buona parte abituali), 63 dei quali minorenni, alcuni poco più che bambini: gli investigatori, infatti, hanno rilevato che tra gli acquirenti c’erano anche giovanissimi, compresa una tredicenne. Tutti sono stati segnalati al Commissariato del Governo come consumatori.
I dettagli dell’operazione, coordinata dal pm roveretano Fabrizio De Angelis, sono stati illustrati ieri mattina nel corso di una conferenza stampa al comando provinciale dei carabinieri, presenti il comandante provinciale Luca Volpi, il tenente colonnello Giovanni Cuccurullo, il capitano Marcello Capodiferro, comandante della compagnia di Riva del Garda, e il maresciallo Massimiliano Greco, comandante del nucleo operativo di Riva, il reparto che ha materialmente eseguito l’indagine.
Sette le persone (tutte già note alle forze dell’ordine) colpite da ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di spaccio. Ieri si sono tenuti gli interrogatori di convalida di fronte al Gip: gli arrestati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
L’inchiesta è partita in estate in seguito ad una serie di segnalazioni arrivate dalla spiaggia Sabbioni, dov’è stato registrato un notevole movimento ritenuto sospetto. È così cominciata l’attività investigativa, che ha permesso agli inquirenti di individuare nel parco della Miralago un’area di fatto in mano ai giovanissimi pusher, un luogo ideale, grazie alla presenza della vegetazione, per nascondere le dosi di stupefacente, prevalentemente hashish e marijuana, ma anche eroina. L’area interessata all’attività di spaccio era talmente estesa che i militari hanno dovuto posizionare due telecamere per tenere controllato il continuo via vai di acquirenti: le immagini, secondo gli inquirenti, non lasciano dubbi su cosa avveniva nel parco Miralago e nei pressi di Villino Campi. Da sottolineare che gli investigatori non hanno rilevato la presenza di una rete tra gli spacciatori, che si muovevano prevalentemente in modo autonomo: non è stata, infatti, contestata l’associazione a delinquere.
I clienti erano quasi tutti minorenni e soprattutto fidelizzati: c’era chi andava anche tutti i giorni, spendendo 5-10 euro per la dose. I contatti tra spacciatori e minorenni erano prevalentemente diretti. Con un dettaglio particolare: i pusher di fatto costringevano i giovanissimi clienti a consumare sul posto lo stupefacente. Motivo? Temevano che un eventuale controllo delle forze dell’ordine portasse a scoprire addosso ai clienti lo stupefacente e che questi potessero rivelare i nomi dei venditori.
Centinaia le cessioni di droga puntualmente rilevate e registrate dai militari impegnati nell’indagine. Un lavoro che è poi sfociato nella maxi operazione di martedì mattina, quando un centinaio di militari, con l’ausilio delle unità cinofile di Laives e della Guardia di Finanza di Trento e con il supporto dell’elicottero dell’Arma del Nucleo di Bolzano, hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare e venticinque perquisizioni.
Un’operazione che, oltre a mettere fine all’attività di spaccio nel parco Miralago, ha tolto in modo clamoroso il coperchio sul fenomeno del consumo di stupefacenti da parte di giovanissimi, quasi tutti studenti delle scuole superiori della Busa.
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