Droga al parco, doppio arresto in piazza Dante
L’operazione della Squadra Mobile ha assicurato alla giustizia gli spacciatori Tra le panchine avevano venduto sostanze stupefacenti ad un giovane trentino
TRENTO. Altri due arresti per droga, a Trento. L’ultima operazione, tassello importante per risalire alle fonti del mercato del traffico di sostanze stupefacenti, messa a segno dalla Mobile nel mezzogiorno di lunedì.
In piazza Dante sono stati arrestati due nigeriani che, poco prima, avevano ceduto della droga ad un giovane tossicodipendente trentino. Gli agenti avevano visto il giovane fermarsi a parlare con uno dei due nigeriani. Poco dopo lo straniero e l’italiano si erano avvicinati ad una panchina, dove sedeva un secondo nigeriano. Ne era seguita una breve trattativa, al termine della quale lo straniero aveva estratto dalla tasca dei pantaloni “qualcosa” che aveva consegnato poi al tossicodipendente. In cambio aveva ricevuto una somma di denaro. In quel frangente il primo centroafricano, che svolgeva anche la funzione di “palo”, si era messo poco distante dai due, per controllare la zona. Dopo lo scambio gli investigatori hanno fermato il giovane italiano che, dopo essere stato scoperto, aveva consegnato spontaneamente due involucri contenenti dell’eroina. Gli agenti si sono portati quindi all’interno del parco dove, su un’aiuola rialzata posta sull’incrocio fra Via Alfieri e Via Gazzoletti, avevano notato la presenza di O. E. e U. A., queste le iniziali. I due uomini, alla vista della polizia, avevano estratto frettolosamente dalle tasche dei pantaloni alcune dosi di stupefacente. Subito dopo le avevano conficcate nella terra dell’aiuola alle loro spalle. Diversi i grammi di eroina sequestrati dagli agenti. Addosso ai due stranieri trovati anche 160 euro. I due, al termine delle attività di indagine, sono stati arrestati per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. «Le attività di prevenzione- commenta il capo della Squadra Mobile di Trento Salvatore Ascione- consentono, quando attuate giornalmente, di determinare i comportamenti devianti riuscendo spesso a limitarli o addirittura a ridurli in maniera significativa. In talune circostanze, però, rimangono fondamentali le attività repressive, fortemente volute dal Questore D’Ambrosio, come quelle relative all’arresto dei due nigeriani»