Divina: "Metà dell'indennità in Bot"

Iniziativa del parlamentare leghista che ha scritto a Schifani: bisogna far tornare la fiducia sui titoli di Stato



TRENTO. "Per i prossimi cinque anni, il 50% dell'indennità parlamentare venga liquidata in titoli di Stato". Lo afferma il senatore della Lega Nord, Sergio Divina, presidente della Commissione di controllo sui prezzi e le tariffe del Senato. Divina ricorda come dopo l'iniziativa di alcuni imprenditori veneti, che hanno manifestato la volontà di sottoscrivere titoli di Stato per sottrarli alla speculazione finanziaria in corso, "è il caso che anche il Parlamento faccia la propria parte.

Personalmente - fa sapere il senatore trentino della Lega - ho già scritto al Presidente del Senato, Schifani, che a partire dal mese corrente (novembre 2011), il 50% dell'indennità  parlamentare mi venga liquidata in titoli di Stato. Se così facessero tanti colleghi, otterremo un secondo grande risultato: scuoteremo il Ministro Tremonti e lo convinceremo ad emanare un provvedimento col quale, a parlamentari, ex parlamentari e dipendenti pubblici con redditi superiori a 50.000 euro (per fasce a salire), fosse liquidata una parte di retribuzione in titoli di Stato".

Sarebbe una risposta, sottolinea Divina, "orgogliosa e secca ai mercati che, nonostante l'Italia abbia i conti pubblici a posto, continuano a speculare su titoli ed azioni del nostro Paese. Tremonti dovrebbe coniare uno slogan del tenore "I nostri titoli ce li sottoscriviamo noi, e non permettiamo più a nessuno di speculare sulla nostra economia". Penso ad una sottoscrizione obbligatoria per fasce di redditi, a partire dalla prima fascia 50.000-100.000 euro con una cifra pari a 10.000 euro liquidata in titoli, via via aumentando di 10.000 euro in titoli ogni 50.000 euro di reddito. Questo per redditi di pubblici dipendenti (ovviamente sono toccati solo i livelli dirigenziali) e per i percettori di pubblici vitalizi".

Per i parlamentari si potrebbe pensare ad un aliquota pari al 50% dell'indennita' parlamentare (oggi circa 4.800 euro netti) arrotondata a 2.500 per dodici mensilità, ossia 30.000 euro annui. I soli parlamentari assimilerebbero 30 milioni di euro in titoli all'anno, 150 milioni a legislatura. Per gli altri due settori tale cifra sarebbe decuplicata svariate volte. I privati, infine, trascinati dalla responsabilità e dall'orgoglio completerebbero la virtuosa opera - conclude il leghista -. Ai mercati arriverebbe un preciso messaggio: i Paesi solidi e in ordine non falliscono per le scorribande degli avventurieri della finanza".













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