Disoccupati under 29, falsa partenza

Dall’Europa 8 milioni per formazione e lavoro, ma il Trentino questa volta arranca nel far partire il piano nazionale


di Chiara Bert


TRENTO. «Otto milioni di euro per 3 mila giovani trentini». L’annuncio in pompa magna della Provincia è di una settimana fa, ma questa volta il Trentino è in ritardo. Fuori dal gruppo di testa, le sette Regioni capofila (Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Sardegna, Calabria, Valle d’Aosta) già operative su «Garanzia giovani», il piano nazionale del governo per l’occupazione rivolto a quelli che in inglese si definiscono Neet, acronimo di Not in Education, Employment or Training, ovvero giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano: una condizione che riguarda in Italia circa 2.250.000 mila ragazzi, 11.800 in Trentino, in aumento anche se la percentuale provinciale (14,4%) resta di quasi 10 punti al di sotto di quella nazionale (23,9%) e più bassa di quella europea (15,8%).

Obiettivo del piano «Garanzia giovani» - su cui l’esecutivo di Matteo Renzi ha evidentemente voluto accelerare dando nelle scorse settimane ampio risalto mediatico al varo dell’iniziativa - è quello di offrire un’opportunità a questa fascia di popolazione: corsi mirati, apprendistato, esperienze di servizio civile, tirocini, che se va bene possano trasformarsi in un lavoro e mal che vada siano un’occasione di formazione per futuri sbocchi sul mercato.

Il progetto può contare su una dota di 1,5 miliardi di euro (co-finanziati dalla Ue), ma l’attuazione della «Garanzia giovani» è stata affidata alle Regioni, attese al banco di prova. E proprio a questo test la Provincia di Trento, tradizionalmente all’avanguardia sulle politiche del lavoro - non c’è ministro del lavoro, sottosegretario o trasmissione televisiva nazionale che non abbia lodato l’Agenzia del lavoro e i nostri servizi per l’impiego - non si è fatta trovare pronta, e sulla stampa nazionale è finita relegata tra le 13 Regioni in ritardo. In Provincia, per la definizione del piano «Garanzia Giovani», ci si è affidati al Servizio Europa. L’accordo con il ministero non è ancora stato firmato: la giunta provinciale ha approvato il 28 aprile il testo della convenzione, e ragionevolmente si attende a breve la ratifica da parte del governo, ma il piano operativo non sarà pronto prima di qualche settimana. E solo dopo partirà la campagna informativa per pubblicizzare l’iniziativa.

Campagna che invece è già partita con ampio risalto in altre regioni. Basta aprire il sito dedicato della Regione Veneto, con tanto di formulario per la registrazione e l’elenco degli Youth Corner, ovvero i centri per l’impiego e gli altri soggetti abilitati (come le agenzie interinali) a cui i giovani interessati potranno rivolgersi per avere informazioni e incontrare consulenti specializzati in colloqui di orientamento. Stessa cosa in Emilia Romagna, dove il logo «Garanzia Giovani» campeggia sul portale della Regione con l’area abilitata per le iscrizioni. In Trentino no, non ancora almeno. Chi cercasse informazioni, le troverà solo alla pagina del Fondo sociale europeo, dove i giovani vengono dirottati sul sito del governo attivo - questo sì - dal 1° maggio. Se invece qualcuno si imbattesse nel comunicato del 30 aprile della giunta, cliccando su «cosa offre» si finisce sul sito della Regione Piemonte.

Il tutto in attesa appunto del piano per l’occupazione giovanile, che dovrà indicare nel dettaglio come si articoleranno le varie offerte di formazione e lavoro e soprattutto chi dovrà occuparsene. Una filiera che vedrà in prima fila i centri per l’impiego ma anche gli altri soggetti (tra cui i privati) per i quali recentemente si è dato il via libera ai criteri di accreditamento. E un ruolo importante lo avranno anche i Centri di formazione professionale. Entro 60 giorni - ha annunciato la giunta in un comunicato stampa - il giovane che si sarà iscritto sul portale verrà ricontattato per fissare un colloquio di orientamento. I 3 mila giovani trentini Neet attendono fiduciosi.

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