Dirigenti pubblici trentini più ricchidei colleghi veneti, ma sono di meno
Dirigenti trentini più ricchi dei veneti, ma con meno «poltrone» da dividersi. E’ questo il quadro che emerge dal raffronto delle retribuzioni delle figure apicali della nostra macchina amministrativa con quella dei «vicini» del Veneto
TRENTO. Dirigenti trentini più ricchi dei veneti, ma con meno «poltrone» da dividersi. E’ questo il quadro che emerge dal raffronto delle retribuzioni delle figure apicali della nostra macchina amministrativa con quella dei «vicini» del Veneto, regione con un bilancio da 17 miliardi.
Fare una comparazione tra gli stipendi dei manager pubblici non è mai facile. Diventa un compito quasi proibitivo se ad essere messi a confronto sono le buste paga di dirigenti appartenenti ad amministrazioni completamente distinte, con organizzazioni interne spesso non sovrapponibili. Hanno avuto i loro problemi anche in Provincia quando si è trattato di fare dei raffronti con altre amministrazioni con l’obiettivo di chiarire che i nostri dirigenti guadagnano quanto (se non meno) dei colleghi delle altre regioni.
Un metro di paragone attendibile per valutare la «pesantezza» delle buste paga trentine può certamente essere quello del Veneto, realtà a noi vicina territorialmente e - per certi versi - anche culturalmente. Certo, i numeri sono completamente diversi: di là il bilancio è di 17 miliardi di euro, quasi quattro volte quello trentino. La distanza diventa siderale quando di considera la popolazione amministrata: poco più di 520 mila persone in provincia di Trento, quasi 5 milioni nella Regione Veneto.
Fatte queste premesse si potrebbe pensare che anche le retribuzioni dei vertici amministrativi dei due territori presentino le relative differenze, ma - a sorpresa - non è così.
L’organizzazione amministrativa del Veneto prevede ai vertici delle strutture più importanti dei «segretari generali», le cui retribuzioni spiccano rispetto alle altre figure apicali. Parliamo di buste paga pesanti, che vanno dai 170 ai 200 mila euro lordi all’anno. Questi «super-manager» sono quindici e potrebbero essere paragonati (come mansioni, ma non come definizione) ai nostri dirigenti generali. Se così fosse i dirigenti veneti risulterebbero sì più pagati, ma il loro numero (15 contro i 31 trentini) andrebbe comunque a favore del bilancio veneto anche se non va dimenticato il gran numero di competenze che il Trentino gestisce in via diretta, contrariamente ai «cugini».
Se invece decidiamo di raffrontare la figura del nostro dirigente generale con quella del «dirigente regionale» del Veneto scopriamo che le buste paga sono decisamente più alte da noi, e non di poco. Oltre confine i dirigenti regionali percepiscono poco più di 100 mila euro, decisamente meno rispetto al Trentino dove le retribuzioni dei dirigenti generali possono arrivare anche a 160 mila euro lordi all’anno.
Un paragone attendibile può essere invece quello tra dirigenti di servizio: 63 in Trentino e 104 in Veneto, ma le retribuzioni (anche qui) sono più vantaggiose per i dipendenti pubblici trentini e non di poco dal momento che la media dei dirigenti nostrani è vicina ai 90 mila euro, mentre quella dei pari grado veneti non supera i 74 mila euro.
E’ vero che il presidente Dellai e l’assessore Gilmozzi hanno sempre difeso i nostri dirigenti giustificando i loro compensi con l’elevato numero di competenze che sono chiamati a gestire. Principio sacrosanto, al quale però si potrebbe rispondere con altri numeri, come quelli del bilancio da gestire: in Veneto i miliardi di euro sono 17, di cui 8 sono mangiati dalla sola voce «sanità e assistenza». In Trentino il bilancio si assesta intorno ai 4,6 miliardi di euro, con una spesa sanitaria infinitamente più bassa rispetto al Veneto.
La Provincia, con una nota giunta in serata, ha fatto sapere che il costo per gli emolumenti dei dipendenti non è aumentato (come scritto da un quotidiano locale) nel periodo 2008-2009, ma diminuito di 900 mila euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA