Dipartimenti, c'è l'altolà del Pd

Civico: «No alla ristrutturazione voluta dalla giunta, decida il Consiglio»


Robert Tosin


TRENTO. L'allarme lanciato dalle associazioni delle famiglie che temono per il futuro dell'Agenzia che si occupa di coordinare e seguire le politiche legate alla promozione dei nuclei trentini è condiviso da Mattia Civico, primo firmatario e presidente della commissione che aveva lavorato sulla legge. Dal canto suo, invece, il presidente Dellai è categorico: nessuno toccherà l'Agenzia.

Nel riordino dei dipartimenti e delle Agenzie che la giunta provinciale ha in mente qualcuno teme che l'Agenzia per la famiglia possa subire un ridimensionamento. Il presidente Dellai smentisce categoricamente questa ipotesi, ma Mattia Civico dà una lettura diversa. «E' la legge stessa - commenta - che vuole un'Agenzia di primo livello a gestire le poltiche della famiglia. Non è pensabile nessun'altra forma, perchè snaturerebbe la filosofia che sta alla base. Incardinarla ad un assessorato ridurrebbe l'orizzonte dell'Agenzia che a quel punto rischierebbe di non fare più promozione della famiglia e diventerebbe un dispensatore di servizi socio-assistenziali. La mia impressione è che si stia andando proprio verso questo obiettivo: trasformare l'Agenzia da un primo livello, trasversalre e parificato a un dipartimento, a un secondo livello, incardinato in qualche assessorato come un servizio qualsiasi».

Ma Civico ne fa anche un problema di metodo. «La legge è nata applicando un metodo partecipativo. Poi, dopo la commissione è approdata al consiglio provinciale che l'ha votata come legge. Ora lo stesso consiglio è chiamato a votare una norma in Finanziaria che dà alla giunta carta bianca di ristrutturare dipartimenti e Agenzie. E' una contraddizione. Se si vuole cambiare un'Agenzia nata per legge credo sia giusto applicare lo stesso metodo partecipativo e portare in aula la proposta, altrimenti diventa una sorta di esproprio del consiglio provinciale». Il Pd ha già fatto presente in maggioranza che questa delega al buio non è molto gradita. Un distinguo che va ad aggiungersi alla recente bocciatura in commissione dell'Agenzia per la protonterapia e alla mozione sulle Comunità di valle.













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